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Acqua dolce sotto il sale: Swamrisk scopre riserva e guida la lotta all'intrusione salina

Swamrisk, partnership italo-croata per contrastare l'intrusione salina: monitoraggio con 'super-siti' e pozzi piezometrici e la scoperta di una riserva d'acqua dolce a Punta Gorzone

“L’ obiettivo è rendere il territorio resiliente alle problematiche legate alla gestione dell'acqua”

pozzi piezometrici

Sono stati creati pozzi piezometrici in due località strategiche: uno a Buoro, a Cavarzere, e un altro a Punta Gorzone, a Chioggia

A settembre si è tenuto nella sede del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo l’incontro tra i partner scientifici e istituzionali di Italia e Croazia per condividere i risultati nella lotta contro la salinizzazione dei territori. L’incontro ha rappresentato un momento cruciale per il progetto europeo Swamrisk.

Questo appuntamento ha riunito i partner per condividere i primi risultati scientifici ottenuti nella lotta contro l’intrusione salina, una delle minacce più urgenti per il futuro agricolo e ambientale. L’obiettivo è stato quello di presentare l’avanzamento dei lavori e avviare un dibattito costruttivo su come i dati raccolti possano tradursi in azioni concrete per la gestione sostenibile delle risorse idriche.

Il problema nell’area del Consorzio è la salinizzazione dei suoli, un fenomeno in espansione. L’intrusione salina ha le sue radici nella geografia di quella porzione di territorio prossima alla laguna di Venezia. Si tratta di circa 15 mila ettari tra i territori di Correzzola, Codevigo, Cona, Cavarzere, Chioggia e Pontelongo sotto il livello del mare, con quote che toccano anche i -4 metri.

Tra le cause dell’aumento dell’intrusione salina ci sono le attività antropiche e il cambiamento climatico, che aggravano il processo naturale. Lo sfruttamento degli acquiferi, l’innalzamento del livello del mare, la bonifica idraulica, la riduzione delle precipitazioni e il loro concentrarsi in pochi eventi intensi, la maggiore evaporazione conseguente al riscaldamento globale sono i principali fattori responsabili dell’acuirsi dell’intrusione.

“Già dagli anni ’90, abbiamo iniziato a notare una progressiva diminuzione delle rese agricole in queste zone” – sottolinea Fabrizio Bertin, presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo. “Il sale rende i suoli non più adatti alle colture, compromettendo la produttività e mettendo a rischio un’area di 24 mila ettari”.

Nell’ambito del progetto Swamrisk, il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo ha avviato un programma di monitoraggio del territorio, installando “super-siti” per rilevare l’intrusione salina. L’importanza di questi siti è stata sottolineata a settembre. Per questa operazione, sono stati creati pozzi piezometrici in due località strategiche: uno a Buoro, a Cavarzere, e un altro a Punta Gorzone, a Chioggia.

I carotaggi hanno permesso di studiare la composizione geologica del sottosuolo, risalente a un periodo compreso tra 22.000 e 10.000 anni fa.

Una ricerca condotta a Punta Gorzone, nel Comune di Chioggia, ha portato a una scoperta: tra i 28 e i 35 metri di profondità è stata trovata acqua dolce con una concentrazione salina di appena 1 grammo per litro. Per ora, rappresenta una riserva preziosa, un bene da preservare e tutelare per gli scenari futuri.

“Il ruolo dei Consorzi di Bonifica – conclude il presidente Bertin – si sta evolvendo per rispondere alle sfide del cambiamento climatico. Il nostro obiettivo è rendere il territorio resiliente alle problematiche legate alla gestione dell’acqua. È nostro dovere costruire un futuro in cui l’acqua sia gestita con intelligenza e responsabilità”.

Alessandro Abbadir

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