Un condensato di delusione e amarezza l’intervento del consigliere regionale del Pd, Lucio Tiozzo, sulla crisi di maggioranza che ha visto la rottura dell’alleanza Pd-Udc. Il consigliere fa un mea culpa e spiega di essere stato tradito dal sindaco. Mancanza di coesione iniziale, divergenze diventate sempre più marcate nel tempo, fi no alla nascita di veri e propri dissidi interni, mai esternati pubblicamente ma sfociati nella rottura di gennaio. Fino ad arrivare alla formazione di una nuova compagine di governo e, su questo aspetto, Tiozzo non le manda a dire. “C’è un elemento di delusione mia personale non tanto su Giuseppe Casson politico, ma piuttosto su Casson uomo – spiega Lucio Tiozzo - abbiamo creduto in lui quando l’abbiamo scelto come candidato sindaco. Ma in lui abbiamo ravvisato un’evoluzione, anche dal punto di vista relazionale. Noi sappiamo che in politica il ruolo del sindaco è importante, ma è altrettanto vero che c’è un programma condiviso da rispettare”. Le prime discordanze sono databili sin dall’inizio del mandato, nel giugno 2011, quando Casson avrebbe mostrato continuità con il passato, confermando dirigente Mohammad Talieh Noori, già dirigente con Romano Tiozzo. “Piuttosto che rispondere agli accordi programmatici che ci eravamo presi – accusa Tiozzo - in primis di tagliare il rapporto con il passato della gestione urbanistica, lui ha confermato l’architetto Noori, non volendo mostrare così discontinuità con il passato. Tutte le scelte che ha fatto Casson sono state fatte sempre in un’ottica unilaterale senza il coinvolgimento del nostro partito, ma nonostante questo la buona volontà, la costanza e la voglia di far del bene della città ci ha portati a superare questo suo modo di comportarsi”. Tiozzo scarica quindi su Casson la colpa del mancato raggiungimento degli obiettivi prefi ssati in sede di campagna elettorale. “Mentre noi stavano lavorando per il progetto politico, come lo spostamento del mercato ittico, i piani particolareggiati per far lavorare gli artigiani e risolvere i problemi delle famiglie – continua - ci siamo accorti che giorno per giorno questi obiettivi non venivano soddisfatti. Anzi i dirigenti allungavano i tempi. Forse siamo stati troppi generosi o troppo ingenui”. Tiozzo svela quelli che, per lui, sono i retroscena dell’esperienza. “Casson da tempo lavorava per costruire una nuova maggioranza – sentenzia - e questo con chi a suo tempo l’aveva denigrato, da Matteo Penzo a Fortunato Guarnieri, mettendo assieme una variopinta compagine. Oggi c’è un ribaltone, siamo alla politica dell’inciucio più assoluto. Sappia il sindaco che, mentre l’opposizione può fare la sua parte, la nuova maggioranza sta tradendo l’elettorato. Quando si fallisce un progetto bisogna avere il coraggio di dire ai cittadini di andare al voto. Ci prendiamo la responsabilità del patto suo tempo stretto, ma pensavamo di aver scelto l’alleanza con un uomo di parola”. Andrea Varagnolo
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