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Statale 309 “Romea”, la messa in sicurezza non è sufficiente

Si sono tenuti due incontri nelle scorse settimane a Chioggia e Venezia

 Statale 309 “Romea”, la messa in sicurezza non è sufficiente

Romea a Chioggia

Statale 309 Romea urgono soluzioni. E per questo nelle scorse settimane si è tenuto un vertice a Palazzo Linetti a Venezia. È stato presentato lo studio condotto sul traffico lungo il tratto veneto della statale, con l’obiettivo di definire il tracciato migliore per una nuova variante. La statale 309 "Romea", è considerata una delle strade più pericolose d'Italia: gli incidenti continuano a essere numerosi, molti mortali, e il traffico giornaliero arriva a 27mila veicoli, il 13% dei quali sono mezzi pesanti. Ma non solo. Nel dettaglio, è stato calcolato che negli ultimi 5 anni, lungo la Romea, si sono verificati 600 incidenti e 21 persone hanno perso la vita. La Regione Veneto punta sulla realizzazione di una variante, probabilmente solo in uno specifico tratto. All’incontro ha partecipato anche la vicepresidente del Veneto e assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, che ha posto l’accento sulle aree più critiche. Per la De Berti le maggiori difficoltà emergono nel tratto compreso tra Chioggia e Mestre, con un’alta concentrazione di traffico locale. E nello specifico tra Conche di Codevigo e Giare di Mira lungo 16 chilometri. Per De Berti, il progetto di messa in sicurezza non basta più. “La Romea è una priorità per la Regione - ha detto all’incontro - ma non possiamo limitarci a sistemare l’esistente. Serve una vera alternativa strutturale. Per questo, nel contratto di programma siglato con il ministero, è stata inserita la richiesta ad Anas di avviare la progettazione di una nuova variante”. Dallo studio fatto emergono poi altre sorprese. È emerso cioè che la maggior parte dei veicoli in transito ha come origine e destinazione proprio Chioggia. Ci si aspettava una percentuale molto alta di traffico di lunga percorrenza, da Nord a Sud, e invece i dati ci indicano che una parte significativa dei flussi è di tipo locale. Ciò permette di ragionare su soluzioni infrastrutturali più mirate, “interne” al territorio, pensate per il tratto di Chioggia. L’assessore regionale ha sottolineato l’importanza del confronto con il territorio. Un altro incontro si è tenuto sempre nelle scorse settimane in sala consigliare del municipio di Chioggia fra i prefetti di diverse province dei Comuni interessanti all’attraversamento dell’arteria e la Regione. In sostanza si è definito un programma organico che interviene su tre direttrici: l’attività volta a garantire la sicurezza stradale, con interventi sia sul piano preventivo, sia su quello repressivo (autovelox e controlli stradali); quindi il coordinamento sulle attività cantieristiche, per ridurre i disagi alla circolazione ed la verifica sulla progettazione e l’andamento dei lavori, al fine di poter intervenire qualora si registrassero ritardi o particolari criticità. 

Alessandro Abbadir

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