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Musica
23.07.2025 - 12:54
Foto di Daniele Barraco
Il Sea Music Festival porta a Chioggia Edoardo Bennato, attesissimo il 16 agosto all’Isola dell’Unione. In un’intervista a distanza, il rocker napoletano anticipa con il suo stile diretto e ironico una serata che si preannuncia carica di rock & blues e adrenalina pura
Edoardo Bennato torna a Chioggia come protagonista indiscusso di uno degli appuntamenti inseriti nel Sea Music Festival, l’attesissimo calendario musicale previsto all’Isola dell’Unione. Una serata di grande richiamo, organizzata dal Comune di Chioggia tramite l’Assessorato al Turismo ed Eventi, in collaborazione con Mareadentro Soc. Coop e Teatromusica.
In vista del concerto del 16 di agosto, abbiamo raccolto le parole di Bennato attraverso un dialogo a distanza, essenziale e senza filtri. Le sue risposte, riportate integralmente e senza alcun adattamento, restituiscono il tono diretto, ironico e talvolta provocatorio del cantautore, capace di stimolare riflessioni profonde con la sua musica e il suo pensiero. Un’intervista che, pur nata senza un incontro faccia a faccia, restituisce tutta la forza e l’autenticità di un artista che continua a parlare al cuore del pubblico.
(La foto è di Daniele Barraco)
Bennato, torni a Chioggia dopo oltre tre decenni. Che ricordo hai di quell’esperienza? E che emozione provi oggi nel ritrovare l’Isola dell’Unione?
«Provo la stessa emozione che sento quando guardo l’ex area Italsider della mia Bagnoli: un’area in attesa di una vera riqualificazione... L’isola che c’è non è solo un’utopia...»
Se l’Isola dell’Unione fosse la tua Isola che non c’è… cosa ti porteresti?
«Porterei progetti, idee, cultura, sport... tutto ciò che serve. Magari rileggendo L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam».
“Seconda stella a destra…” è diventata un inno generazionale. Cosa rappresenta per te oggi quell’Isola? «Rappresenta, come ho già detto, l’idea che – al punto in cui siamo arrivati – questa benedetta isola bisogna assolutamente trovarla. In una mia nuova canzonetta, “Io vorrei che per te”, cerco di chiarire che quest’isola non può essere solo quella di Peter Pan, ma un’isola vera, dove davvero si va».
Il Sea Music Festival celebra il legame tra musica e territorio. Cosa significa per te suonare in contesti come Chioggia?
«La musica è, per quanto mi riguarda, uno scambio di emozioni, buone vibrazioni e propositività tra chi suona e chi ascolta. Io invito il pubblico a coltivare i propri dubbi, anziché barricarsi dietro facili certezze».
Cosa dobbiamo aspettarci da questo live? Ci sarà spazio per qualche novità?
«Il mio è un concerto ad altissimo contenuto rock&blues... adrenalina pura!».
Nel musical “Peter Pan” hai firmato tutte le canzoni. Quanto ti riconosci ancora nel ragazzo che “non voleva crescere”?
« Quando ho scritto il concept album "sono solo canzonette" l'avevo già immaginato come un musical. Peter Pan rappresenta il tentativo di non perdere il contatto con il bambino che è dentro ognuno di noi».
Hai sempre definito le tue opere “canzonette”, ma sono diventate pilastri della musica italiana. Che cos’è, oggi, per te una canzonetta?
«Io faccio musica rock, nel senso di ironia sui paradossi, sui luoghi comuni, sulle frasi fatte di una società che si crede razionale ma che è sempre più schizofrenica… anzi, sempre più collodiana!»
Hai attraversato decenni di musica. Cosa ti spinge ancora a salire sul palco? «Un giorno Fabrizio De André, che stimavo ed era un amico, mi disse: “Edoardo, quando sentirai di non avere più nulla da dire, smetti”… credo di avere ancora qualcosa da dire!».
Ascolti la musica dei giovani di oggi? C’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare? «Ascolto molta musica. Ho già collaborato con diversi artisti e amici di diverse generazioni che fanno musica differente dalla mia. Non escludo mai nulla a priori».
Se oggi dovessi scrivere un nuovo inno per le nuove generazioni, quale messaggio vorresti lasciare? « Il messaggio è quello di coltivare i propri dubbi non dando mai niente per scontato».
Chioggia viene spesso definita “la Napoli del Nord”. Come artista, come vedi questo paragone tra le due città? «Ogni luogo, nonostante i tentativi di omologazione, ha una sua propria identità ed è giusto che sia così. Poi è bello che ci siano affinità che tendano ad unire realtà diverse e comunque entrambi sono città di mare e già solo questo le unisce».
Se dovessi associare una canzone a Chioggia oggi, quale sceglieresti?
«Forse Nisida. È un’isola minuscola che è stata collegata alla terraferma. Mi ricorda un po’ Chioggia, che ha fatto il percorso inverso diventando un’isola artificiale».
Guendalina Ferro
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