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Cronaca
29.05.2025 - 16:00
Gino Cecchettin
Un nuovo drammatico episodio di femminicidio scuote l’Italia, colpendo questa volta una vittima giovanissima: Martina Carbonaro, appena 14 anni, è stata uccisa con brutale ferocia ad Afragola, in provincia di Napoli.
A confessare l’omicidio è stato Alessio Tucci, 18 anni, ex fidanzato della ragazza. Il giovane avrebbe colpito Martina con una pietra, accecato dalla rabbia e dalla frustrazione per la fine della loro relazione. Il corpo della ragazza è stato ritrovato nella notte tra il 27 e il 28 maggio, dando immediatamente il via alle indagini dei carabinieri. Dopo un interrogatorio serrato, Tucci ha ammesso le sue responsabilità, confermando la dinamica dell’omicidio.
Il caso ha sollevato un’ondata di dolore e indignazione in tutto il Paese, rilanciando con forza la necessità di affrontare l’emergenza della violenza di genere tra i più giovani, in un momento in cui il fenomeno assume contorni sempre più allarmanti.
A intervenire pubblicamente è stata anche la Fondazione Giulia Cecchettin, creata in memoria di Giulia, uccisa da Filippo Turetta, e guidata dal padre Gino Cecchettin, che da allora porta avanti una battaglia civile per l’educazione al rispetto.
“Dobbiamo intervenire prima” – si legge nel messaggio condiviso sui canali social della Fondazione –
“Educare al rispetto. Questo è il cuore dell'impegno della Fondazione Giulia Cecchettin: trasformare il dolore in prevenzione. Perché ogni giovane sappia amare senza ferire”.
Un appello chiaro e diretto, che chiede azioni concrete e tempestive: programmi educativi nelle scuole, formazione per insegnanti e famiglie, e iniziative rivolte alle comunità per prevenire la cultura del possesso e della violenza nelle relazioni affettive.
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