Deda ha ceduto i terreni in cui si intende costruire il nuovo centro commerciale, si pronuncerà il Consiglio di Stato
Quando sembrava che la questione centro commerciale fosse chiusa, ecco che un colpo di scena ha rimesso tutto in discussione. A inizio luglio Deda srl, titolare dell’area dove dovrebbe sorgere la struttura per gli acquisti, ha ceduto i terreni al Fondo Värde. “Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto con Deda - ha dichiarato Mirja Cartia d’Asero, amministratore delegato di ReStar srl che agisce in qualità di asset manager per il Fondo Värde -. Si apre una fase di rilancio del Retail Park, progetto che porterà a una profonda riqualificazione dell’area, ponendosi come volano economico della bassa padovana”. Il Fondo Värde è convinto della bontà del progetto che intende realizzare. “L’opera darà il via a un circolo virtuoso per l’intera comunità locale, non solo a beneficio del tessuto imprenditoriale turistico e culturale, ma soprattutto dal punto di vista occupazionale - riporta la nota diffusa dal Fondo - Si stima che saranno impiegate oltre mille persone in maniera diretta e circa diecimila considerando l’indotto”. I nuovi titolari dell’area paiono non temere la presenza del vincolo di inedificabilità posto dalla Soprintendenza a tutela indiretta del Catajo, vincolo confermato dal Tar e recentemente recepito dall’amministrazione comunale. Sulla sentenza del Tar si pronuncerà il Consiglio di Stato, chiamato a dirimere una volta per tutte la questione. “Fin da subito Deda aveva dichiarato di essere affiancata da un fondo pensionistico - commenta il sindaco Davide Moro - quindi non ci stupisce l’uscita pubblica del fondo che, con un deciso cambio di passo in termini di comunicazione e forza propositiva, molto probabilmente sta tentando il tutto per tutto per non perdere l’investimento fatto. Noi come amministrazione siamo sereni. Abbiamo recepito il vincolo e attendiamo gli sviluppi giudiziari nella consapevolezza che quell’area è strategica non solo per Due Carrare ma per l’area delle Terme e dei Colli”. Francesco Sturaro
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