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Crisi della sanità

Crisi del Personale Sanitario a Treviso: Un Allarme per il Sistema Sanitario Nazionale

La carenza di personale e le condizioni di lavoro critiche mettono a rischio la sanità pubblica a Treviso e in Italia.

Ca' Foncello

Ca' Foncello di Treviso, foto di Nicola Fossella

La sanità pubblica italiana, un pilastro fondamentale del nostro welfare, sta attraversando una crisi profonda, e Treviso ne è un esempio emblematico. La denuncia della CGIL di Treviso, manifestata di fronte al Ca' Foncello, mette in luce una situazione allarmante: dal 2022 al 2024, la dotazione organica è calata di 33 unità lavorative. Un dato che si traduce in una carenza di 140 professionisti non sostituiti, aggravata da assenze per maternità e legge 104, e da un boom di richieste di part-time.

LA CAMPAGNA DELLA CGIL: UN VIAGGIO NELLA SANITÀ
La campagna "Sanitari, curiamoci di noi" della CGIL, che ha fatto tappa anche nella Marca, rappresenta un tentativo di ascolto e di difesa dei diritti dei lavoratori della sanità. Simona Ricci della FP CGIL nazionale, Sonia Todesco della segreteria regionale della FP CGIL Veneto e Marta Casarin, segretaria generale della FP CGIL di Treviso, hanno partecipato a un'assemblea dei lavoratori dell'ospedale e dei servizi territoriali. L'obiettivo è sollecitare investimenti su professionalità e prospettive di un comparto fondamentale per cittadini, territorio e Paese.

UN SISTEMA AL COLLASSO: LE PAROLE DI MARTA CASARIN
Marta Casarin, segretaria generale della FP CGIL Treviso, ha sottolineato come il dato trevigiano sia certificato dall'ULSS 2, evidenziando una carenza di 140 teste necessarie per coprire le assenze. Ha anche riferito che c'è stata un'esplosione, con più del 50% di richieste di part-time a Treviso, spiegando che queste richieste sono spesso legate a situazioni di patologie. Ha aggiunto che il personale invecchia, si ammala e necessita di ridurre l'orario di lavoro, ma l'ULSS non sempre riesce a soddisfare queste richieste, creando una situazione di carenza cronica.

LA SFIDA DELLE FERIE ESTIVE
Per gestire le ferie estive, l'ULSS ha dovuto ricorrere a un valore di 500 mila euro per coprire 1100 turni, chiedendo ai lavoratori presenti di allungare i turni o di rientrare dalle ferie. Casarin ha affermato che la situazione è particolarmente critica, evidenziando come la gestione del personale sia diventata una sfida quasi insormontabile.

LA SPERANZA DELLA LEGGE DI BILANCIO
Simona Ricci della FP CGIL nazionale ha commentato che la legge di bilancio potrebbe rappresentare una speranza se il governo credesse nella salvezza del servizio sanitario nazionale. Durante il tour in Veneto e in altre dieci regioni italiane, è emerso che il problema non è solo lo stipendio, ma anche le condizioni di lavoro e la mancata valorizzazione professionale. Ha aggiunto che la carenza d'organico e la disorganizzazione stanno portando a un livello di stanchezza insopportabile tra i professionisti.

LA FUGA DEI PROFESSIONISTI
Sonia Todesco, segretaria regionale FP CGIL Veneto, ha spiegato che molti infermieri stanno lasciando il servizio pubblico per aprire la partita IVA e lavorare privatamente. Ha dichiarato che le condizioni di lavoro sono spesso molto pressanti, aggiungendo che la disorganizzazione e la mancanza di medicinali e liste operatorie incongruenti spingono i professionisti a fuggire.

UN CONFRONTO IMPIETOSO CON L'EMILIA ROMAGNA
Todesco ha sottolineato che oggi ci sono duemila infermieri, meno dell'Emilia Romagna che ha gli stessi abitanti. Questo confronto mette in luce la mancanza di politiche di investimento sul personale nella regione, portando a problemi organizzativi, svalorizzazioni professionali e retribuzioni tra le più basse d'Italia. La situazione a Treviso è un campanello d'allarme per l'intero sistema sanitario nazionale. La carenza di personale, le condizioni di lavoro critiche e la fuga dei professionisti sono problemi che richiedono interventi urgenti e mirati. La speranza è che la legge di bilancio possa rappresentare un punto di svolta, ma è necessario che il governo creda davvero nella salvezza del servizio sanitario nazionale.

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