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L'ultimo saluto a Don Guido Todeschini: un faro di speranza per la comunità di Cerna

La cattedrale di Verona gremita per l'addio a Don Guido Todeschini, un uomo che ha trasformato vite e comunità

L'Ultimo Saluto a Don Guido Todeschini: Un Faro di Speranza per la Comunità di Cerna

Foto di repertorio

Don Guido Todeschini è scomparso all'età di 88 anni. La cattedrale di Verona, gremita l'11 ottobre per i suoi funerali, è stata testimone dell'affetto e del rispetto profondo che la comunità provava per quest'uomo straordinario.

Durante le esequie, il vescovo Domenico Pompili ha sottolineato come l'estremo saluto a Don Guido coincida con la memoria di San Giovanni XXIII, il Papa che l'11 ottobre 1962 inaugurò il Concilio Vaticano II. Ha ricordato che Don Guido era presbitero da poco più di un anno quando quel grande sogno di aggiornare il linguaggio della Chiesa prese forma e ha aggiunto che non si è mai stancato di diffondere la parola di Dio a piene mani. Ha descritto Don Guido come un uomo che ha vissuto la sua vocazione come una missione, affrontando la sfida di rendere la Chiesa più vicina al mondo moderno.

A Cerna, frazione di Sant’Anna d’Alfaedo, il cielo grigio e la pioggia sottile sembravano riflettere il dolore della comunità. Il Santuario Maria Stella dell’Evangelizzazione, con i suoi mosaici colorati, era il luogo dove Don Guido aveva lasciato un segno indelebile. Qui, amici, volontari, familiari e persone di ogni estrazione sociale si erano riuniti per rendere omaggio al fondatore di Radio e Telepace, un uomo che aveva cambiato il destino di molti.

Tra le tante storie di vite trasformate, spiccava quella di Cam Hung Tran, un profugo della guerra in Vietnam, che Don Guido aveva accolto come un figlio. Tran ha raccontato che, quando lo conobbe, era un ragazzo spaventato e che Don Guido si occupò di lui come un papà, facendolo studiare. Insieme, hanno viaggiato in 120 nazioni, portando speranza e conforto a chi ne aveva più bisogno. Anche Marta, la moglie di Tran, ha ricordato con affetto gli ultimi giorni trascorsi accanto a Don Guido, affermando che erano stati sempre con lui e che lo avevano visto andare via sereno.

Don Guido era un uomo che metteva gli altri prima di sé, come ha testimoniato Emilio Fraccaroli, un infermiere all’ospedale di Negrar, dicendo che si occupava tanto degli altri e poco di sé. Franco Boari, sacrestano nominato da Don Guido, ha ricordato le numerose occasioni in cui portava il quadro di Maria Stella dell’Evangelizzazione ovunque fosse richiesto. Maria Grazia, addetta alle pulizie nel santuario, ha raccontato come Don Guido fosse un punto di riferimento nei momenti di difficoltà, dicendo che "nelle difficoltà, c’è solo la preghiera".

Le parole di Daniela Piccoli e Natalino Marchesini, del Cenacolo Maria Stella dell’Evangelizzazione, hanno riassunto l'eredità di Don Guido, definendolo un padre per loro. Nonostante le difficoltà economiche, Don Guido non si è mai piegato alla pubblicità per le sue emittenti, confidando sempre nella "fantasia della provvidenza". La sua semplicità era disarmante: indossava scarpe bucate e vestiti lisi, ma era impossibile regalargliene di nuovi, perché li dava subito a chi ne aveva bisogno. Quando la bara è giunta in chiesa, tra i primi a inginocchiarsi c'era stato Idris Ahmetovic, un papà rom, che aveva accarezzato le mani della salma, trattenendo le lacrime. Le nipoti di Don Guido, Roberta e Maria Grazia Todeschini, si erano abbracciate, ricordando un uomo che aveva vissuto per gli altri, sacrificandosi senza un lamento. Don Guido Todeschini ha lasciato un vuoto incolmabile, ma anche un esempio luminoso di fede e altruismo che continuerà a ispirare chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo.

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