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Processo autovelox

Cadoneghe, fissata al 16 aprile la prima udienza del processo sugli autovelox: imputato un agente della Polizia Locale

L'agente Mattia Ferracin risponde di accuse di falso materiale, mentre il Comune si costituisce parte civile

Autovelox illegali a Verona: Alvelox denuncia il Comune per truffa e frode

Foto di repertorio

La prima udienza del processo riguardante il controverso caso degli autovelox di Cadoneghe è stata fissata per il 16 aprile. L'imputato è l'agente della Polizia Locale Mattia Ferracin, che lavorava a stretto contatto con il comandante Giampietro Moro, recentemente scomparso a causa di gravi problemi di salute all'età di 64 anni.

Il caso ha avuto origine durante l'estate di due anni fa, quando un numero significativo di multe, originate dall'autovelox situato lungo la strada del Santo, ha suscitato l'indignazione dei cittadini, che si sono ritrovati a ricevere innumerevoli contravvenzioni. L'episodio ha anche alimentato la leggenda di "Fleximan", il misterioso autore della distruzione dell'apparecchio di rilevamento.

Ferracin, 32 anni, è l'unico imputato rimasto nella vicenda, ed è assistito dall'avvocato Marcello Stellin. L'agente è accusato di falso materiale commesso da un pubblico ufficiale in atti pubblici, un'accusa formulata dalla giudice per le indagini preliminari, Maria Luisa Materia. Saranno presenti in aula anche le parti civili, tra cui il Comune di Cadoneghe, che si è costituito contro l'agente, mentre è stata stralciata la posizione del comandante Moro.

Il processo si preannuncia complesso e carico di attese, con la comunità locale che guarda con interesse all'evoluzione della situazione.

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