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Tentata estorsione

Barista a processo per tentata estorsione: il caso delle fatture false a Treviso

Un barista di Lecce accusato di tentata estorsione per aver inscenato un contro-credito con fatture false a Treviso

Barista a Processo per Tentata Estorsione: Il Caso delle Fatture False a Treviso

Un barista di Lecce, identificato come C. P., si trova al centro di un caso giudiziario che ha scosso la tranquilla città di Treviso. L'accusa è di tentata estorsione, un reato che potrebbe avere conseguenze significative per il 47enne, il cui processo è fissato per giugno 2026. 

Tutto ha avuto inizio con un semplice contratto di locazione. C. P., gestore di un bar a Treviso, si è trovato in difficoltà nel pagare l'affitto del locale. Quando il proprietario dell'immobile, un imprenditore trevigiano, ha deciso di procedere con lo sfratto, C. P. ha reagito in modo inaspettato. Invece di cercare un accordo o un compromesso, ha scelto una strada tortuosa e rischiosa: ha inscenato un contro-credito nei confronti del locatore.

La strategia di C. P. è stata tanto audace quanto illegale. Ha presentato delle fatture false, riuscendo a far congelare ben 230mila euro dal conto del suo locatore. Una cifra considerevole, che ha messo in seria difficoltà l'imprenditore trevigiano. 

La scoperta della frode non ha tardato ad arrivare, e per C. P. le conseguenze legali sono state inevitabili. L'accusa di tentata estorsione è stata formalizzata, e il barista è stato rinviato a giudizio. 

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