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Sicurezza sul lavoro

Laboratorio tessile cinese chiuso dai carabinieri nel Vicentino

Scoperta choc in un laboratorio di Romano d'Ezzelino: gli operai dormivano segregati in fabbrica e i macchinari non erano a norma. Sanzionato il titolare

Tessile

Immagine di repertorio

I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Vicenza hanno messo i sigilli a un laboratorio tessile gestito da un imprenditore cinese di 57 anni a Romano d'Ezzelino, in provincia di Vicenza. Durante un controllo in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, le forze dell'ordine hanno riscontrato gravi irregolarità, tra cui l'utilizzo di macchinari privi di sistemi di sicurezza e l'assenza della documentazione necessaria per il loro impiego.

La situazione era ulteriormente aggravata dalla scoperta di alcuni locali del laboratorio adibiti a dormitorio per i dieci operai, tutti cittadini cinesi regolarmente presenti in Italia, che lavoravano e vivevano nello stesso stabile. Gli operai, impegnati nella lavorazione di tessuti e nella confezione di abiti, operavano in condizioni inaccettabili e pericolose.

A seguito dell’ispezione, l'attività è stata immediatamente sospesa e il laboratorio chiuso. L’imprenditore responsabile è stato sanzionato per un importo di 28.000 euro. Il caso solleva nuovamente interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori e le condizioni nei settori a rischio sfruttamento.

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