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Caso di malaria
08.11.2024 - 08:31
Sebbene l’Italia sia stata dichiarata libera dalla malaria dagli anni ’70, ieri a Verona è stato registrato un caso autoctono di malaria da Plasmodium vivax. La notizia è stata resa nota dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto, che ha immediatamente attivato le misure di prevenzione necessarie.
Dopo la segnalazione del caso, la Regione ha collaborato strettamente con l’Ulss 9 Scaligera e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per avviare un piano di sorveglianza. Le azioni includono un’indagine epidemiologica approfondita, la cattura e l’analisi dei vettori locali e la sorveglianza sanitaria delle persone che potrebbero essere state esposte. È stata inoltre pianificata una disinfestazione preventiva nelle aree potenzialmente a rischio, in base agli esiti dei controlli.
Il sistema sanitario regionale ha rassicurato la popolazione, ricordando che la malaria non si diffonde da persona a persona tramite contatto diretto, saliva o rapporti sessuali, ma può essere trasmessa solo attraverso il sangue infetto o la puntura di una zanzara contagiata. La malaria si manifesta con sintomi come febbre, brividi, sudorazione, mal di testa, nausea, vomito e dolori muscolari, ma è una malattia trattabile e curabile se riconosciuta tempestivamente.
Le autorità sanitarie hanno chiarito che, al momento, le zanzare capaci di trasmettere il Plasmodium vivax non risultano presenti sul territorio italiano. In Italia, la malaria era stata ufficialmente eradicata negli anni ’70 grazie a un'intensa campagna di bonifica e controllo dei vettori, unitamente all’uso di farmaci specifici. In Veneto, i casi di malaria registrati annualmente riguardano esclusivamente persone che hanno contratto la malattia in aree endemiche. Gli ultimi episodi di malaria autoctona nel Paese risalgono agli inizi degli anni ’60, in Sicilia.
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