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Arriva la sentenza

Diciotto anni ai fratelli Rakipaj per l'omicidio di Albert Deda: 18 anni e oltre un milione di risarcimento

Rifiutarono ospitalità a un connazionale: la discussione degenerò in tragedia. Ilmi e Klinton Rakipaj condannati per omicidio volontario, tentato omicidio e porto d’armi

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Immagine di repertorio

Una lite scoppiata per un rifiuto ha portato alla tragedia. Martedì 19 novembre il Tribunale di Padova ha condannato i fratelli Klinton e Ilmi Rakipaj, rispettivamente di 20 e 25 anni, a 18 anni di reclusione ciascuno per l’omicidio di Albert Deda, 24enne di origini albanesi, avvenuto il 23 luglio 2024. La sentenza, pronunciata dal giudice per le udienze preliminari Elena Lazzarin al termine del rito abbreviato, arriva dopo mesi di indagini e udienze che hanno ricostruito nei dettagli quanto accaduto in via Dorighello, nel quartiere Forcellini.

La tragedia è avvenuta in una notte d'estate. I fratelli Rakipaj, che abitavano al civico 8 di via Dorighello, avevano rifiutato di ospitare un connazionale appena arrivato in città. Il giorno successivo, tre uomini, tra cui Albert Deda, si sono presentati a casa loro per chiedere spiegazioni. La discussione è rapidamente degenerata in una colluttazione violenta: armati di coltelli, Klinton e Ilmi Rakipaj hanno aggredito i tre, uccidendo Albert con una coltellata al cuore e ferendo gravemente gli altri due, di 26 e 28 anni.

Feriti, i fratelli hanno tentato di fuggire oltre confine, allontanandosi a bordo di una Renault Clio rossa. La polizia li ha intercettati la sera stessa a Villesse, nei pressi del confine italo-sloveno, ponendo fine alla loro fuga.

Il pubblico ministero Claudia Brunino aveva richiesto una condanna a 20 anni, ma il giudice ha optato per 18 anni, respingendo al contempo la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal difensore Stefano Marrone. La gravità dei fatti e il rischio di fuga hanno motivato la decisione di mantenere i due fratelli in carcere: Klinton sconterà la pena a Vicenza, mentre Ilmi è detenuto a Rovigo.

Oltre alla pena detentiva, i fratelli Rakipaj sono stati condannati a risarcire le vittime e la famiglia di Albert Deda con una somma complessiva di 1,1 milioni di euro: 300.000 euro ciascuno ai due feriti e 500.000 euro ai genitori del giovane ucciso.

L’avvocato difensore ha annunciato l’intenzione di presentare appello, ma solo dopo aver analizzato le motivazioni della sentenza, attese entro venti giorni. La difesa ha più volte insistito su una possibile azione di legittima difesa, ipotizzando l’uso di un coltello da parte di uno degli aggrediti, ma l’arma non è mai stata trovata.

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