Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Mercato del lavoro

Crisi alla Meneghetti di Rosà: sindacati e Regione in stallo sui licenziamenti

La vertenza Meneghetti di Rosà si complica: 40 lavoratori a rischio, sindacati e Regione senza accordo

La crisi occupazionale che coinvolge la Meneghetti di Rosà si è trasformata in un intricato nodo che né i sindacati né la Regione Veneto sono riusciti a sciogliere. L'ultimo incontro presso l'unità di crisi regionale, che avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti verso la risoluzione della vertenza, si è concluso con un nulla di fatto, lasciando in sospeso il futuro di 40 lavoratori e lavoratrici.

La situazione appare complessa e intrisa di tensioni. La Fiom e la Uilm di Vicenza hanno espresso il loro rammarico per l'esito negativo del terzo incontro, sottolineando che, nonostante gli sforzi profusi, l'azienda aveva deciso di ritirarsi dalle trattative. I rappresentanti sindacali hanno spiegato che, al terzo incontro presso l'unità di crisi in Regione, dopo i due precedenti, non era stato possibile raggiungere un accordo, nonostante il valore dell'incentivo proposto dall'azienda. Hanno inoltre evidenziato come la proposta sindacale, comprendente un elenco di nominativi in linea con la tipologia di esuberi richiesti, non fosse stata sufficiente a soddisfare le esigenze della proprietà. L'azienda avrebbe giustificato la propria decisione affermando che, pur essendo congruo il numero di lavoratori disposti ad accettare l'offerta, i nominativi proposti non rispecchiavano le necessità aziendali.

La Meneghetti di Rosà ha mantenuto una posizione rigida, insistendo sulla necessità di includere nella lista di volontari almeno quindici maestranze specifiche, che attualmente non sono disposte ad accettare l'incentivo economico proposto. Questo atteggiamento ha portato l'azienda a cessare ogni trattativa, optando per procedere unilateralmente con i licenziamenti. Nonostante i tentativi di mediazione da parte di figure come Mandich e Bascetta, l'azienda è rimasta ferma sulle proprie posizioni, lasciando la Regione e i sindacati impotenti di fronte a una situazione che sembra non avere una via d'uscita immediata.

Marco Distefano della Fiom di Vicenza e Alain Bortolini della Uilm di Vicenza hanno espresso la loro frustrazione per l'impasse raggiunta, evidenziando che anche la Regione si era ritrovata impotente e stupita di fronte alle posizioni della proprietà. Hanno ribadito la determinazione dei sindacati a mettere in atto tutte le iniziative possibili per fermare i 40 licenziamenti preannunciati. Pur riconoscendo l’impossibilità di proseguire con la trattativa a causa della scelta aziendale, i rappresentanti sindacali hanno sottolineato l’impegno a esplorare ogni strada per tutelare i lavoratori coinvolti.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione