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Cronaca
12.12.2024 - 11:27
Nei giorni scorsi, i carabinieri di Schio hanno sorpreso un 42enne, già sottoposto a una misura cautelare per maltrattamenti in famiglia, a cenare con la moglie, la sua presunta vittima, in un locale della città.
Il caso di Schio mette in luce le criticità di un sistema che, sebbene progettato per proteggere le vittime di violenza domestica, non sempre riesce a prevenire le violazioni. Il braccialetto elettronico, introdotto come strumento di controllo per garantire il rispetto delle misure cautelari, si è rivelato in questo caso insufficiente. L'uomo, di cui non sono state divulgate le generalità per proteggere la vittima, era già stato sottoposto a un divieto di avvicinamento emesso dal Gip del Tribunale di Vicenza. Tuttavia, la sua presenza accanto alla moglie, nonostante il dispositivo, solleva dubbi sull'efficacia di tali misure.
Domenica 8 dicembre, l'allerta è stata inviata alla centrale operativa dei carabinieri di Schio, segnalando la violazione del divieto. Inizialmente, i militari non sono riusciti a rintracciare né l'uomo né la vittima, ma le indagini successive hanno portato alla loro individuazione in un locale della città. L'arresto in flagranza ha portato alla convalida del provvedimento e all'imposizione dell'obbligo di firma in caserma per l'uomo.
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