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Abuso di potere

Insegnante di ginnastica trevigiano a processo per abusi verbali e fisici sugli studenti

Un noto tecnico federale e allenatore giovanile accusato di umiliare e deridere i suoi alunni in una scuola media di San Pietro di Feletto

San Pietro di Feletto

San Pietro di Feletto

Un caso di abusi verbali e fisici a scuola finisce sotto i riflettori. L'imputato, S.S., è un 63enne docente di educazione fisica e tecnico federale di calcio, ben noto per il suo ruolo di allenatore di squadre giovanili di calcio e per la sua collaborazione con il Coni come docente alla Scuola Regionale dello Sport. Eppure sembrerebbe che l'uomo, tra il 2017 e il 2020, abbia manifestato comportamenti che ora gli sono costati un processo per abuso dei mezzi di correzione.

Le accuse, mosse da nove studenti della scuola media di San Pietro di Feletto, riguardano un comportamento ripetuto di derisione, umiliazione e offese gratuite. I ragazzi, tra i 12 e i 14 anni all'epoca dei fatti, sarebbero stati oggetto di appellativi degradanti come "grassone obeso", "divanista", "gay", "fallito" e "handicappato". Ma non solo. In una circostanza, l'insegnante avrebbe anche colpito un alunno con una mazza da golf, accompagnando il gesto con l'inquietante frase: "Io sono la violenza scesa in terra". Secondo l'accusa, le sue parole e azioni avrebbero avuto un forte impatto psicologico sui ragazzi, con il rischio di conseguenze gravi sulla loro salute mentale.

Nel corso dell'udienza di oggi, 16 dicembre, i ragazzi ormai adolescenti, che adesso frequentano le scuole superiori, sono stati ascoltati come testimoni della pubblica accusa. Le loro testimonianze hanno dipinto un quadro doloroso, fatto di umiliazioni quotidiane e divisioni arbitrarie della classe, non solo in base alle abilità sportive, ma anche al presunto livello intellettivo degli studenti. Un episodio, in particolare, ha toccato profondamente uno dei ragazzi che, riferendosi alla sua esperienza, ha raccontato di come le parole dell'insegnante avrebbero ferito non solo lui, ma anche suo fratello, affetto da disabilità.

Da parte della difesa, l'avvocato Antonella Picco, coadiuvata da Sossio Vitale, ha cercato di ridimensionare le accuse, descrivendo il proprio assistito come un professionista rispettato e amato dai suoi alunni, nonché da molti dei calciatori che ha allenato con successo, aggiungendo che a volte può essere difficile mantenere la disciplina durante le lezioni di ginnastica. Il docente nega tutte le accuse di offese e divisioni tra gli studenti, sostenendo di non aver mai pronunciato termini come "sedere da divanista", "gay" o "ritardato".

Solo al termine di questo processo si potrà dare un verdetto definitivo, col giudice che dovrà decidere se ascoltare l'accusa o gli avvocati del docente.

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