Sembrerebbe risolto, almeno secondo le autorità sanitarie del Congo, il mistero della malattia sconosciuta che ha mietuto centinaia di vittime nella provincia di Kwango. "Il mistero è finalmente stato risolto", ha dichiarato il ministero della Sanità congolese, spiegando che si tratta di "una forma di malaria grave, sotto forma di malattia respiratoria, con indebolimento da malnutrizione".
Dall’inizio dell’epidemia, lo scorso ottobre, si contano 592 casi registrati e 143 decessi, con un tasso di mortalità del 6,2%. La malattia ha colpito soprattutto la regione di Panzi, dove l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sta supportando con la fornitura di farmaci antimalarici e kit sanitari destinati ai centri ospedalieri locali.
Tuttavia, l’Oms invita alla cautela: "Non abbiamo ancora determinato in modo definitivo la causa della malattia", si legge in una dichiarazione inviata al quotidiano Usa Today. Test di laboratorio sono in corso a Kinshasa e nuovi campioni sono attesi nei prossimi giorni.
In Italia, dopo due casi sospetti già trattati in Toscana e Calabria, si registra un decesso a Treviso. La vittima, una donna di 55 anni rientrata da un viaggio a Kinshasa, presentava sintomi compatibili con la malattia del Congo.
"L’Aulss 2 Veneto ha riferito che la paziente non aveva avuto contatti con personale sanitario né si era recata in ospedale fino al peggioramento dei sintomi", si legge in una nota congiunta del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). "Non risulta che abbia seguito alcuna terapia farmacologica. Sono in corso accertamenti presso l’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e l’Iss".
La Regione Veneto ha attivato le misure di sorveglianza sanitaria e disposto l’isolamento fiduciario per l’unico contatto noto della donna. "I precedenti casi italiani provenienti dal Congo sono guariti e i pazienti sono stati dimessi", ha rassicurato il ministero.
Intanto, nella regione di Panzi, l’Oms prosegue le operazioni di supporto. Oltre ai farmaci antimalarici già distribuiti, nuovi kit sanitari per i casi più gravi sono attesi entro domani.
La comunità internazionale guarda con attenzione a questa crisi sanitaria, in attesa di conferme definitive sulle cause e sulla risposta medica. Nel frattempo, la prevenzione e la diagnosi precoce restano fondamentali, anche per chi viaggia in zone a rischio.