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L'arresto di Cecilia Sala: in attesa della liberazione, si ipotizza uno scambio triangolare

La pressione sul governo italiano cresce mentre a Torino si svolge un sit-in per chiedere un intervento urgente

L'arresto di Cecilia Sala: in attesa della liberazione, si ipotizza uno scambio triangolare

Il governo italiano sta cercando ogni possibile via per garantire la liberazione di Cecilia Sala, giornalista arrestata lo scorso 19 dicembre in Iran, dove è tuttora detenuta nel carcere di Evin. Tra le opzioni in fase di valutazione vi è anche quella di un potenziale scambio triangolare, come avvenuto in altri casi, in cui prigionieri iraniani in altri Paesi potrebbero essere liberati solo dopo il ritorno della reporter romana in Italia.

Un'operazione che potrebbe concretizzarsi solo grazie all'intervento degli Stati Uniti. Nel frattempo, Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato il 16 dicembre a Milano su mandato della giustizia americana, fa il suo primo passo legale, chiedendo tramite il suo avvocato gli arresti domiciliari nei prossimi giorni.

L'attesa è grande per nuovi sviluppi nelle trattative segrete che coinvolgono Italia, Iran e Stati Uniti. L'arresto di Cecilia Sala, che aveva un visto giornalistico regolare per entrare in Iran, potrebbe essere una risposta alle recenti azioni italiane contro Abedini. Nonostante le richieste di Teheran per uno scambio di prigionieri, questa possibilità è al momento congelata. Le accuse contro Abedini sono serie, con Washington che spinge per un suo processo negli Stati Uniti. La Farnesina ha ricevuto la documentazione per la richiesta di estradizione, ma i tempi per il trasferimento sono lunghi, anche a causa della visita imminente di Joe Biden a Roma.

Nel frattempo, la Procura di Milano ha aperto un'indagine conoscitiva sull'arresto di Abedini, per verificare se ci sono stati errori nelle procedure che potrebbero complicare l'estradizione e favorire una soluzione diplomatica per uno scambio con Cecilia Sala.

Le richieste di liberazione di Cecilia Sala continuano a moltiplicarsi. Gli Stati Uniti chiedono il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri detenuti senza motivo, inclusa la giornalista italiana. Un portavoce del Dipartimento di Stato ha sottolineato che i giornalisti, che spesso lavorano in condizioni pericolose, devono essere protetti.

Anche in Italia cresce la mobilitazione. A Torino, si è tenuto un sit-in organizzato dai radicali davanti alla Prefettura, con la partecipazione di una cinquantina di persone, tra cui alcuni consiglieri comunali. L'iniziativa, che ha visto la partecipazione di diverse associazioni e movimenti, ha richiesto al governo italiano di fare l'impossibile per garantire il ritorno di Cecilia Sala.

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