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Suicidio assistito: è veneto il quinto caso in Italia

La donna, affetta da sclerosi multipla da 20 anni, ha ottenuto l'assistenza per il suicidio assistito, diventando la quinta persona in Italia a ricorrere a questa pratica

Suicidio assistito: è veneto il quinto caso in Italia

Foto di repertorio

"Vittoria", nome di fantasia per proteggere la privacy, ha scelto di porre fine alla sua vita nelle scorse settimane, all’età di 72 anni, a causa della sua lunga sofferenza dovuta alla sclerosi multipla secondariamente progressiva, con la quale conviveva da vent'anni. La donna, originaria del Veneto, ha assunto un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, dopo aver atteso otto mesi dalla sua richiesta di accesso al suicidio assistito.

Nel messaggio che ha lasciato prima di morire, "Vittoria" ha scritto: "Amo la vita, ma da troppo tempo la mia non è più vita. La malattia mi ha imprigionata in un corpo che non riconosco più, dipendente da altri per ogni azione, anche la più piccola. Sono troppo stanca per svegliarmi ogni giorno e affrontare il dolore che mi impedisce di essere libera. Voglio finalmente trovare pace."

La donna è diventata la quinta persona in Italia, la seconda in Veneto, a completare la procedura di suicidio assistito con l’assistenza del Servizio sanitario nazionale, dopo la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale. Nonostante la disponibilità del farmaco e degli strumenti necessari, l'azienda sanitaria non ha trovato medici disponibili a supportare "Vittoria" nel procedimento, e la donna ha ricevuto l'assistenza del dottor Mario Riccio, medico anestesista e Consigliere dell'Associazione Luca Coscioni. Il medico aveva già accompagnato altri casi precedenti, come quello di Piergiorgio Welby nel 2006 e di "Gloria" nel 2023.

La richiesta di "Vittoria" era stata inviata il 21 marzo 2024 e il 22 novembre dello stesso anno, la procedura è stata completata con successo, confermando che la donna soddisfaceva tutti i requisiti legali. Nonostante un ricorso d'urgenza fosse stato fissato per il mese di dicembre, l'azienda sanitaria ha adempiuto alle procedure richieste prima dell'udienza, evitando ulteriori azioni legali.`

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