I familiari, disperati, chiedono un intervento urgente al Governo italiano per garantirne il ritorno in patria. Deputati del Pd hanno già presentato un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, esortando il governo a tutelare i diritti del detenuto e a facilitarne il rientro.
Secondo quanto riferito dall’avvocata Alessandra Ballerini, Alberto, originario del Veneto, era diretto a Guasdalito da Caracas quando è stato fermato a un posto di blocco insieme a un autista della Ong. Da allora, le notizie sul suo conto sono frammentarie e non ufficiali: si ritiene sia stato trasferito in un centro di detenzione a Caracas senza che gli siano state mosse accuse formali.
Il caso richiama alla mente quello della giornalista Cecilia Sala, incarcerata in Iran per 21 giorni senza accuse concrete. Come sottolineano i familiari di Alberto, nessuna autorità venezuelana o italiana ha fornito aggiornamenti ufficiali. Preoccupa anche lo stato di salute del cooperante, che necessita di cure e non ha accesso a medicinali o beni di prima necessità.
La famiglia denuncia un totale blackout informativo: neppure l’Ambasciatore italiano in Venezuela è riuscito a ottenere contatti con Alberto. Per questo, i parenti sollecitano il governo a intensificare gli sforzi diplomatici con il Venezuela.
La famiglia di Alberto confida nell’intervento diretto della Presidente del Consiglio e dei Ministri competenti affinché il cooperante possa tornare presto in Italia, sano e salvo.