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Processo Boraso

Inchiesta Palude: patteggiamento a oltre tre anni Boraso, si attende conferma del Gip

Quattro imprenditori e l'ex assessore patteggiano pene detentive con risarcimenti economici, evitando il processo grazie a un rito alternativo

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Renato Boraso, dalla pagina Facebook

Procedono verso il patteggiamento quattro dei 32 indagati nell’inchiesta sulla corruzione a Venezia, che ha coinvolto figure di spicco come l’ex assessore Renato Boraso. I quattro, sottoposti a misure cautelari tra carcere e arresti domiciliari, hanno raggiunto un accordo con i Pubblici Ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini. L’intesa è ora al vaglio del Gip Carlotta Franceschetti, che dovrà verificare la congruità dei termini.

Per Renato Boraso l’accordo prevede 3 anni e 10 mesi di reclusione, oltre alla confisca di 400mila euro. Tuttavia, il suo percorso giudiziario non si concluderà con questa fase: superati i capi d’imputazione che lo hanno portato in carcere, Boraso dovrà affrontare un eventuale processo per altri 12 reati in continuazione.

Gli altri indagati che hanno patteggiato sono tre imprenditori. Daniele Brichese ha accettato una pena di 3 anni e 10 mesi, con la confisca di 7mila euro; Francesco Gislon ha concordato 2 anni e 6 mesi e la confisca di 45mila euro; mentre Fabrizio Ormenese ha ottenuto 2 anni e 9 mesi.

La decisione del Gip è attesa in tempi brevi, consentendo così alla Procura di chiudere l’intera indagine secondo l’articolo 415bis del Codice di procedura penale. L’inchiesta ruota attorno a un sistema di mazzette e indebiti interessi legati a operazioni immobiliari a Venezia. Tra queste, la costruzione di parcheggi, infrastrutture, lavori di manutenzione scolastica e cambi di destinazione d’uso di aree urbane.

Un sistema che, secondo le accuse, avrebbe visto intrecci illeciti tra politica e imprenditoria, compromettendo la trasparenza e la legalità delle attività urbanistiche e amministrative nella città lagunare.

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