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Protesta degli studenti contro la chiusura dell’aula studio Jappelli a Padova

Gli studenti chiedono la riapertura dell’aula e un impegno per garantire spazi studio adeguati a tutte le esigenze della comunità universitaria

Protesta degli studenti contro la chiusura dell’aula studio Jappelli a Padova

Oggi, lunedì 3 febbraio, un gruppo di studenti ha organizzato una protesta davanti al Palazzo Bo, nel centro storico di Padova, per manifestare contro la chiusura dell’aula studio Jappelli. L'aula, che era un punto di riferimento importante per gli studenti universitari, è stata chiusa senza preavviso dal 4 dicembre 2024, con una comunicazione che gli attivisti hanno definito vaga e insufficiente.

Gli "Studenti per la Jappe" hanno spiegato che la chiusura dell’aula è avvenuta senza una comunicazione chiara. I lavori sono iniziati più di un mese dopo l’annuncio della chiusura e, nonostante i ripetuti tentativi di dialogo con l'Università, le risposte ricevute sono state evasive e poco soddisfacenti. Inoltre, la decisione di chiudere definitivamente l’aula studio Jappelli è stata comunicata senza l’offerta di soluzioni alternative concrete.

L’aula studio Jappelli, che si trovava in una zona centrale e strategica vicino al Polo STEM, rappresentava uno degli spazi di studio più frequentati e utili, con una capacità di 184 posti. Questo spazio era fondamentale anche perché rimaneva aperto nei weekend e durante le festività. Gli studenti hanno affermato che la chiusura di questa aula ha avuto un impatto negativo, riducendo significativamente la disponibilità di posti per lo studio in una zona già carente di spazi adeguati.

Gli studenti hanno anche evidenziato che le soluzioni proposte dall'Università, come l’ampliamento dell'Hub di Ingegneria e la futura apertura dell’Ex Collegio Ederle, non risolverebbero il problema a breve termine. Secondo loro, queste strutture non apriranno prima del 2029 e non sostituiranno l’importanza immediata dell’aula Jappelli, che serviva a soddisfare esigenze urgenti e quotidiane.

La protesta è aumentata anche a causa della carenza di posti disponibili in altre aule studio. Con soli 863 posti disponibili nell’area Piovego, la situazione è particolarmente difficile per gli studenti di Ingegneria, che sono circa 12 mila nella stessa zona. La chiusura dell’aula Jappelli ha comportato una diminuzione significativa dei posti disponibili, con un 10% in meno durante la settimana e un preoccupante 26% in meno nei weekend. Gli studenti hanno raccontato che questa situazione li ha costretti a cercare soluzioni alternative in spazi inadeguati come bar o luoghi pubblici, oppure a sedersi per terra aspettando che un posto si liberasse nelle aule studio.

Gli studenti hanno sottolineato che le biblioteche non possono sostituire le aule studio, poiché sono spazi interni ai complessi universitari e non sono accessibili con la stessa facilità. Inoltre, la prenotazione obbligatoria dei posti in biblioteca, talvolta con giorni o settimane di anticipo, non rende queste strutture una valida alternativa.

In conclusione, gli studenti hanno ribadito la necessità di soluzioni strutturali e durature per garantire spazi studio adeguati. Hanno criticato la lentezza con cui l'Università ha risposto alla crisi, ricordando che le prime proposte concrete per compensare la chiusura dell’aula Jappelli sono arrivate oltre un mese dopo l’inizio del problema. Le soluzioni, purtroppo, si sono rivelate insufficienti, come l’allungamento degli orari di apertura della Galileiana durante la settimana, senza però una riapertura nei weekend, e l’estensione degli orari dell’aula studio Campagnola nei fine settimana.

Gli studenti hanno concluso la protesta esprimendo la loro volontà di ottenere risposte chiare e azioni concrete. Hanno chiesto che l’Università si assuma la responsabilità della situazione e garantisca la riapertura dell’aula Jappelli, mantenendo aperti spazi studio funzionali per soddisfare le esigenze degli studenti. In questa occasione, hanno richiesto una maggiore attenzione e un dialogo attivo con l'Università, affinché vengano garantiti gli spazi necessari per lo studio.

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