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Abusi sessuali
05.02.2025 - 08:21
Il mondo dell'istruzione è stato teatro di un caso di molestie sessuali che coinvolge un insegnante di 49 anni di un istituto tecnico di Conegliano, in provincia di Treviso. L'accusato, difeso dagli avvocati Roberto Miotto e Alvise Tommaseo Ponzetta, si trova ora al centro di un processo che ha attirato l'attenzione pubblica e sollevato interrogativi sulla sicurezza degli ambienti scolastici. Le accuse, mosse da una ex studentessa ora ventunenne, riguardano episodi avvenuti tra ottobre e dicembre del 2021, quando la ragazza era ancora minorenne.
Il 4 febbraio, cinque compagni di classe della giovane hanno testimoniato in tribunale, confermando i racconti di atteggiamenti inappropriati da parte del docente. Una delle testimonianze più significative riguarda un episodio del 14 ottobre 2021, quando la studentessa ha avuto un attacco di panico a scuola. In quell'occasione, il professore l'avrebbe trattenuta fuori dalla classe per dieci minuti, prendendole le mani e avvicinandosi in modo eccessivo. La ragazza ha dichiarato di essersi sentita a disagio, descrivendo come l'insegnante le avesse poi messo una mano sul fianco, un gesto che ha definito poco consono per un insegnante.
Tre sono gli episodi principali contestati nel capo d'accusa. In uno di questi, il professore si sarebbe avvicinato alla ragazza in classe, appoggiandole una mano sul fianco destro e facendola scivolare fino alla natica. In un'altra occasione, mentre la studentessa era seduta al banco, l'insegnante le avrebbe infilato la mano sotto la maglietta, facendola scivolare lungo la schiena. Infine, in una sala adibita a teatro, l'avrebbe abbracciata, cingendole la vita e facendo scivolare la mano verso la coscia esterna. Questi gesti, se confermati, rappresentano una grave violazione della fiducia che dovrebbe esistere tra docente e alunno.
Nonostante le accuse e il provvedimento di censura emesso dal provveditorato, l'insegnante respinge con fermezza ogni addebito. La difesa sostiene che i gesti siano stati fraintesi e che non vi sia stata alcuna intenzione molesta. Tuttavia, la procura della Repubblica ha classificato il comportamento come violenza sessuale aggravata, sottolineando come l'insegnante abbia approfittato della condizione di inferiorità psichica della studentessa, non solo per la sua minore età, ma anche per il suo ruolo di alunna.
Altre compagne di classe hanno raccontato episodi simili, descrivendo un comportamento poco consono anche nei loro confronti. Una studentessa ha riferito che nel novembre 2021 il professore le avrebbe toccato la pancia, approfittando del fatto che indossava una maglietta corta. Un'altra ha ricordato come, durante una lezione di informatica, il docente le avesse messo la mano sopra la sua mentre usava il mouse. Questi racconti hanno portato le ragazze a rivolgersi alla vicepreside, che ha poi sollecitato l'intervento del provveditorato.
Il caso tornerà in aula il 7 ottobre, quando si attendono ulteriori sviluppi e nuove testimonianze. La preside dell'istituto ha dichiarato di aver sollecitato l'intervento delle autorità scolastiche, definendo i fatti troppo gravi per essere ignorati.
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