A Padova, le forze dell’ordine intensificano i controlli in zona stazione. I senzatetto, spesso costretti a vivere sotto i portici per mancanza di un riparo, si trovano ad affrontare sanzioni severe. Tra loro, Ligia Agachi, una donna di 62 anni originaria di Bacau, in Romania, che vive da un anno e mezzo sotto i portici della Stazione ferroviaria di Padova. Sabato scorso, Ligia aveva ricevuto due multe nel giro di poche ore, inflitte prima dalla polizia ferroviaria e poi dai carabinieri, a causa di un ordine di allontanamento dalla stazione.
Con un’esperienza di vita difficile alle spalle, Ligia aveva spiegato che le multe non sarebbero state facili da pagare, ma aveva confidato che le avrebbe portate a Sant’Antonio, sperando che lui l’aiutasse. Le sanzioni ammontavano a 300 euro, una cifra che non avrebbe potuto sostenere.
Il regolamento di polizia urbana vieta il bivacco e impone sanzioni per chi lo infrange. Con Ligia, anche Maria, una donna cinese che viveva da oltre nove anni alla stazione, era stata multata. Maria era conosciuta per il suo hobby di disegnare sui cartoni, ma la sua situazione rimaneva complicata e senza soluzioni. Ligia, oltre alla multa, era stata anche multata una seconda volta per non aver rispettato l'ordine di allontanamento, che le imponeva di lasciare la zona per 48 ore.
Ligia aveva raccontato la sua storia: era arrivata a Padova nel 2002, lavorando come badante e colf. Dopo un lungo periodo di stabilità, la sua vita era cambiata quando nel 2020 aveva perso il lavoro e, con esso, la stabilità economica. Nonostante le difficoltà, Ligia aveva avuto accesso alla disoccupazione, ma la sua situazione sanitaria era peggiorata. Soffriva di forti dolori addominali a causa di ernie, e il suo desiderio era semplice: voleva essere curata, stare bene e tornare a lavorare.
Purtroppo, trovare un riparo non era facile. Non essendo residente a Padova, Ligia non poteva usufruire dei dormitori della città e non poteva permettersi di pagare una stanza a causa delle sue risorse limitate. Con un reddito di cittadinanza di soli 260 euro al mese, le sue spese quotidiane per cibo, igiene e lavanderia si accumulavano.