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Processo Miteni

Caso Pfas: l'accusa chiede 121 anni per i manager della Miteni

Nel processo a Vicenza, i PM chiedono pene esemplari per il disastro ecologico che ha colpito il Veneto occidentale

L'ingresso dello stabilimento Miteni

L'ingresso dello stabilimento Miteni

Il processo in corso a Vicenza per il disastro ambientale causato dalla Miteni, azienda di Trissino responsabile della contaminazione con Pfas di vaste aree del territorio tra le province di Vicenza, Verona e Padova, ha visto oggi le richieste di condanna da parte dei pubblici ministeri. I pm Hans Roderich Blattner e Paolo Fietta hanno chiesto pene complessive per 121 anni di carcere per i 15 manager accusati di aver diretto l'azienda responsabile dell'inquinamento.

Nel corso della requisitoria, i due pubblici ministeri hanno sollecitato condanne per i reati di avvelenamento delle acque, disastro ambientale, inquinamento ambientale e gestione di rifiuti non autorizzata, oltre ad altre incriminazioni legate a reati fallimentari. Le richieste di condanna più pesanti sono state rivolte a Hendrik Schnitzer, Achim Georg Riemann, Alexander Nicolaas Smit e Brian Anthony Mc Glynn, per i quali i pm hanno chiesto 17 anni di reclusione. A Yuji Suetsune è stata chiesta una pena di 16 anni, mentre per Luigi Guarracino sono stati richiesti 12 anni. Pene più leggere sono state avanzate per Antonio Nardone (5 anni) e Martin Leitgeb (4 anni).

Inoltre, il pubblico ministero ha chiesto la confisca di una somma di 437.500 euro ciascuno per l'azienda Miteni e per i dirigenti coinvolti, tra cui Nardone, Leitgeb e Mc Glynn.

Il processo si inserisce in un lungo iter giudiziario che ha portato alla luce la portata del danno ambientale e sanitario causato dalla produzione e gestione dei composti Pfas, sostanze chimiche altamente inquinanti. La Miteni è accusata di aver contaminato le falde acquifere e l'ambiente circostante, mettendo in pericolo la salute delle persone e degli ecosistemi nelle aree limitrofe.

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