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Cronaca giudiziaria
19.02.2025 - 10:34
I giudici della Corte d'Assise d’Appello di Venezia hanno confermato la condanna all'ergastolo per Sergio Miglioranza, l'uomo di 73 anni accusato di un duplice omicidio avvenuto il 10 giugno 2020 a Castagnole di Paese, durante il lockdown della pandemia. Secondo l'accusa, Miglioranza avrebbe dato fuoco alla sua villa, uccidendo la moglie Franca Fava, di 68 anni, e l’amica Fiorella Sandre, di 74. Il movente del crimine sarebbe stato l'intento di incassare la polizza assicurativa da 280mila euro per incendio, ma questa ipotesi è stata contestata dalla difesa, poiché la polizza non sarebbe stata riscattabile in ogni caso.
La sentenza di Appello ha confermato quella emessa il 4 giugno 2024 dalla Corte d’Assise di Treviso, dopo diverse ore di discussione e analisi. In un processo caratterizzato da una dura battaglia legale, a gennaio scorso, prima della discussione finale, il procuratore generale e gli avvocati di Miglioranza avevano effettuato un sopralluogo nella casa di Castagnole per comprendere meglio la dinamica dell’incendio.
La Procura di Treviso ha sempre considerato Sergio Miglioranza l'unico responsabile della tragedia, non solo per il presunto movente assicurativo, ma anche in base a intercettazioni in cui l'uomo parlava della volontà di liberarsi della moglie e dell'amica. A sostegno dell'accusa, vi erano anche prove che indicavano che la porta posteriore della casa, che avrebbe potuto consentire alle vittime di salvarsi, era stata bloccata dall'esterno con dei mobili.
L'incendio, che distrusse rapidamente la villa, è stato ritenuto di origine dolosa sin dal primo momento. I vigili del fuoco, intervenuti sulla scena, avevano subito notato la violenza e la rapidità del rogo, che si sviluppò in soli otto minuti, con fiamme alte fino a 20 metri. Gli esperti avevano identificato segni di acceleranti, probabilmente benzina, utilizzati per alimentare il fuoco.
La difesa di Miglioranza ha sostenuto che fosse impossibile per un uomo anziano, con difficoltà di movimento, dar fuoco a più di dieci inneschi senza rimanere coinvolto nell’incendio. Secondo i difensori, l’uomo non avrebbe avuto alcun interesse a incendiare la sua proprietà e non avrebbe mai potuto mettere in atto un simile crimine da solo. L'unica possibilità di ricorso rimasta per Miglioranza è la Corte di Cassazione.
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