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Giustizia ambientale

Processo Pfas: le parti civili chiedono risarcimenti milionari

In aula a Vicenza le prime richieste per i danni ambientali e sanitari causati dall'inquinamento

L'ingresso dello stabilimento Miteni

L'ingresso dello stabilimento Miteni

È iniziata oggi in Corte d'Assise a Vicenza la fase degli interventi delle parti civili nel processo Pfas, uno dei più grandi casi di inquinamento ambientale in Italia. Dopo la requisitoria della scorsa settimana, in cui la Procura ha chiesto condanne per oltre 121 anni nei confronti di alcuni dei 15 manager che si sono succeduti nella gestione della Miteni di Trissino, oggi è stato il turno delle prime richieste di risarcimento.

A prendere la parola per primi sono stati i legali del fallimento Miteni, del Comune di Trissino, della Regione Veneto e delle aziende sanitarie di Vicenza, Padova e Verona, le cui aree sono state colpite dalla contaminazione da Pfas e Pfo. Le richieste di risarcimento ammontano a cifre milionarie e riguardano non solo il danno ambientale, ma anche le spese sostenute per gli interventi sanitari e la mitigazione dell'inquinamento.

Un esempio emblematico è quello dei filtri per la depurazione delle acque nella cosiddetta “zona rossa”, che devono essere sostituiti ogni 40 giorni e sono operativi da 12 anni, con costi elevatissimi a carico delle istituzioni pubbliche. Il processo proseguirà con le altre parti civili e il dibattimento sulle responsabilità degli ex dirigenti della Miteni.

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