Scopri tutti gli eventi
Cronaca
27.02.2025 - 08:53
Il muro per Alberto Trentini
La mobilitazione per Alberto Trentini, il cooperante veneziano detenuto in Venezuela dal 15 novembre scorso, continua a crescere. Amici, familiari e colleghi non smettono di lottare affinché il caso rimanga sotto i riflettori delle istituzioni italiane e internazionali. L'obiettivo è uno solo: riportarlo a casa il prima possibile.
La petizione per la sua liberazione ha già superato 76.500 firme e la campagna di sensibilizzazione ha assunto una forma visibile e simbolica con il "Wall of Hope", il muro della speranza. Si tratta di una piattaforma online in cui chiunque può caricare una foto con il banner “Alberto Trentini Libero”, scaricabile dal sito dedicato. Un modo per dimostrare vicinanza e fare pressione affinché la vicenda non venga dimenticata.
Le immagini di sostegno arrivano da ogni parte del mondo: volti di amici, sconosciuti, colleghi e istituzioni. Lo stesso banner è apparso sulla sede della municipalità del Lido, sul Comune di Bologna e in numerose manifestazioni pubbliche. Un'onda di solidarietà che non si ferma.
Trentini, che lavorava in Venezuela con una ONG per aiutare le comunità più fragili, è accusato di terrorismo dal governo locale, un'accusa che appare infondata secondo i suoi sostenitori. L’Unione Europea, del resto, non riconosce l’attuale governo venezuelano, ritenendolo illegittimo dopo le ultime elezioni contestate.
Nei giorni scorsi, la madre di Alberto, Armanda Colusso Trentini, ha pubblicato una lettera aperta su La Repubblica, rivolgendosi direttamente alla premier Giorgia Meloni:
"Aspetto fiduciosa una sua risposta. Aiuterebbe ad alleviare la mia angoscia e renderebbe l’attesa meno insopportabile. Chiediamo che si percorra ogni strada possibile per la liberazione di nostro figlio".
Edizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516