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Disastro ecologico colposo
28.02.2025 - 17:27
Foto dell'aula durante il processo
La Provincia di Vicenza ha chiesto un risarcimento di 4 milioni di euro nel processo riguardante il disastro ambientale causato dalla Miteni, una delle aziende più controverse della zona. La richiesta è stata formalizzata questa mattina durante l'udienza, con l'ente locale che si è costituito parte civile nel caso che ha scosso l'intera provincia.
Il legale della Provincia, Paolo Balzani, ha dedicato quasi due ore alla presentazione della sua arringa davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza, ricostruendo con atti e documenti la portata di quello che è stato definito "il più grande inquinamento d’Europa". "La Provincia di Vicenza – ha dichiarato Balzani – rappresenta un territorio e una popolazione fortemente colpiti, per un quarto dell’intero vicentino, in uno dei beni più preziosi: l’acqua." L’avvocato ha sottolineato che l’acqua che ha alimentato l’agricoltura e l'industria vicentine è stata contaminata in modo grave e continuo dall’attività della Miteni, con un impatto devastante sulla salute pubblica e sull'ambiente.
La Provincia ha reagito prontamente all’emergenza, intervenendo per fermare l’inquinamento, estendendo la barriera idraulica da tre a oltre cinquanta pozzi, realizzando palancole di contenimento e bloccando la produzione dell'azienda. Nonostante gli sforzi per limitare i danni, la gestione della contaminazione ha avuto costi enormi. La cifra esatta del risarcimento richiesto è di 3.930.301,50 euro, cifra che riflette le ingenti risorse umane e materiali impiegate nella gestione dell’emergenza e nel processo di bonifica. La responsabilità per i danni sarà attribuita agli imputati, qualora venga accertata la loro colpevolezza, e i risarcimenti saranno richiesti anche ai responsabili civili.
Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza, ha commentato con amaro realismo: "Nulla ci ripagherà del danno subito, delle conseguenze che ancora oggi cittadini e ambiente stanno pagando. Gli imprenditori che hanno gestito Miteni hanno anteposto le esigenze di mercato a quelle della salute e della tutela ambientale, un comportamento che nessuna sanzione pecuniaria può risarcire."
Il risarcimento richiesto è suddiviso in due categorie: danni non patrimoniali per 3.794.355 euro e danni patrimoniali per 135.946,55 euro. I primi comprendono, tra le altre cose, il danno all'immagine dell'ente, l'alterazione della vocazione turistica e le gravi ripercussioni sull'integrità ambientale del territorio. I secondi riguardano i costi sostenuti per le indagini tecniche e legali necessarie a individuare i responsabili e affrontare la situazione.
Il processo in corso è un punto cruciale in una battaglia che vede coinvolti non solo gli enti locali, ma l'intera comunità vicentina. Il risarcimento richiesto, se concesso, non riuscirà a colmare completamente il danno, ma rappresenta un passo importante nella giustizia per le vittime di una contaminazione che ha segnato la storia di questa provincia. La Provincia di Vicenza, infatti, continuerà a battersi per ottenere giustizia e responsabilità per le atrocità commesse.
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