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Messa alla prova
12.03.2025 - 18:14
Maria Augusta Marrosu
L'ex prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu, coinvolta in un'inchiesta sui falsi Green Pass, potrebbe avvalersi della possibilità di richiedere l'ammissione alla messa alla prova, un istituto che le permetterebbe di concludere la vicenda giudiziaria senza un processo. La decisione verrà presa a seguito dell'udienza preliminare che si è tenuta oggi a carico di una trentina di persone, accusate di aver ottenuto, nel 2021, certificati falsi di vaccinazione contro il Covid-19 da un poliambulatorio trevigiano.
Il reato inizialmente formulato come “falso in atto pubblico” è stato recentemente rimodulato in “falso in certificato” per quasi tutti gli indagati, ad eccezione di cinque persone, tra cui i responsabili e collaboratori del centro medico, che restano accusati della forma più grave di frode. La vicenda ha coinvolto cittadini provenienti da diverse province italiane, tutti accusati di aver pagato per ottenere certificati vaccinali senza aver mai ricevuto il vaccino.
Ora, Marrosu e gli altri indagati che hanno usufruito di questo "servizio" illecito dovranno decidere se chiedere la misura alternativa della messa alla prova, che comporterebbe la cancellazione del reato a condizione che vengano rispettate le condizioni imposte dal giudice, o se optare per un processo ordinario. La richiesta di messa alla prova rappresenterebbe, quindi, un modo per chiudere il caso con una soluzione rapida, ma senza sconto sulla responsabilità.
Questa situazione giuridica arriva a distanza di mesi dal clamore mediatico suscitato dalla scoperta dell'illecito, che aveva sollevato preoccupazioni riguardo alla validità e sicurezza dei certificati vaccinali utilizzati per accedere a luoghi pubblici e per viaggiare. La decisione del tribunale sulla messa alla prova potrebbe essere cruciale per il futuro legale degli imputati coinvolti.
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