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Arriva la sentenza

Brutale infanticidio a Rosolina: scuote a morte il neonato invalido

La madre sosteneva fosse caduto dal letto. Incastrata dall'autopsia e condannata a otto anni

Immagine di repertorio

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Otto anni di reclusione e la revoca della responsabilità genitoriale. È questa la sentenza della Corte d’Assise di Rovigo nei confronti di una donna di 39 anni, riconosciuta colpevole dell’omicidio preterintenzionale aggravato del figlio di appena tre mesi. Il piccolo è morto il 25 agosto 2023 nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Padova, dove era stato trasportato d’urgenza dieci giorni prima.

Secondo l’accusa, la madre, di origine marocchina, avrebbe scosso violentemente il neonato la mattina di Ferragosto, provocandogli un trauma cranico fatale. In casa con lei, a Rosolina, c’era solo l’altro figlio di tre anni, mentre il marito era fuori per lavoro.

Fin dall’inizio la donna ha sostenuto che il bambino fosse caduto dal letto. Tuttavia, le indagini e gli esami medici hanno raccontato una storia diversa: le lesioni riscontrate non sarebbero compatibili con una semplice caduta. Inoltre, il piccolo era affetto dalla sindrome di Sotos, una rara malattia genetica che comporta un anomalo sviluppo del cranio, rendendolo particolarmente vulnerabile.

La condanna, oltre alla pena detentiva, prevede l’interdizione dai pubblici uffici e la sospensione della potestà genitoriale. Un caso drammatico che ha sconvolto la comunità locale, lasciando aperti interrogativi su quanto accaduto tra le mura domestiche quel tragico Ferragosto.

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