Il processo d'appello che vede coinvolti cinque operatori accusati di maltrattamenti in una casa di riposo di San Donà di Piave dovrà ripartire da capo. La Corte d'Appello di Venezia ha deciso di annullare il processo e di fissare una nuova udienza, alla quale si aggiunge l'aggravante della morte di una delle ospiti della struttura.
La Corte d'Appello ha deciso di trasmettere il caso alla Corte d'Assise d'Appello, dove verranno esaminati i fatti legati alla casa di riposo degli orrori. La decisione è influenzata dalla morte di una anziana ospite, che secondo l'accusa sarebbe deceduta a causa dei maltrattamenti ricevuti. L’accusa, sostenuta dal Procuratore Generale Paola Tonini, sostiene che le lesioni fisiche abbiano direttamente causato il decesso della donna, portando a una pena che va dai 12 ai 24 anni di carcere.
L'inchiesta è iniziata nell'ottobre 2022, grazie alle segnalazioni della nuova direzione della struttura e di alcuni familiari degli ospiti. Le indagini, condotte dai Carabinieri di San Donà di Piave, hanno rivelato attraverso intercettazioni audio-video le torture fisiche e psicologiche ai danni degli anziani, vulnerabili e completamente dipendenti dalle cure degli operatori. Un'operazione che ha portato, il 25 novembre 2022, all'arresto di un operatore per violenza sessuale aggravata. Successivamente, il 14 marzo 2023, altri quattro operatori sono stati arrestati per maltrattamenti, di cui due in carcere e due ai domiciliari.
Nel frattempo, la Corte d'Appello ha deciso di scarcerare i cinque operatori coinvolti nel caso, revocando le misure cautelari. La motivazione è che non sussiste più il rischio di reiterazione del reato, dato che nessuno di loro lavora più nella struttura. In primo grado, i cinque erano stati dichiarati colpevoli per i maltrattamenti inflitti a 29 anziani ospiti tra il 2019 e il 2023. Ora, con il processo che ripartirà da zero, il caso rimane aperto e l'attesa per la nuova udienza cresce.