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Cronaca
13.04.2025 - 13:46
Foto di repertorio
La Squadra Mobile di Padova ha portato alla luce un intricato intreccio di criminalità e beni illeciti. Un decreto di sequestro preventivo ha colpito un immobile a Vigonovo, in provincia di Venezia, rivelando una storia che va ben oltre le apparenze. La villa, ufficialmente intestata a un sessantenne italiano, era in realtà il rifugio di un noto pregiudicato quarantenne del Padovano, un uomo con un passato costellato di reati contro il patrimonio e la persona.
Le indagini, avviate dalla Procura della Repubblica di Padova, sono partite da movimenti sospetti legati all'acquisto dell'immobile. La casa era stata acquistata per 86.000 euro, una somma versata in contanti su conti correnti intestati al prestanome nei giorni precedenti alla compravendita. Questa modalità di pagamento, caratterizzata dall'uso di denaro non tracciabile, ha subito destato l'attenzione degli investigatori, che hanno visto in essa un chiaro segnale di attività illecite.
Il pregiudicato, già noto alle forze dell'ordine per reati che spaziano dall'associazione per delinquere alla rapina, dal furto alla detenzione illegale di armi, era tornato in libertà nel 2022. Tuttavia, la sua libertà non ha segnato la fine delle sue attività criminali. Denunce per furti aggravati ai danni di orafi e commercianti di preziosi hanno continuato a macchiare il suo curriculum criminale.
Durante l'esecuzione del sequestro il quarantenne è stato trovato all'interno della villa. La perquisizione ha portato al rinvenimento di 3.400 euro in contanti e, nel giardino una busta sottovuoto sotterrata sotto un cumulo di terra. All'interno circa 600 grammi di lamine d'oro, anelli, bracciali e altri gioielli tempestati di diamanti e pietre preziose. Gli oggetti, compatibili con la refurtiva di due distinti furti avvenuti nel 2024, hanno confermato i sospetti degli investigatori.
Le lamine d'oro coincidevano con quelle denunciate un anno prima da un orafo ungherese, mentre alcuni bracciali erano stati segnalati come rubati da un orafo vicentino nel novembre dello stesso anno. In entrambi i casi, le vittime erano state pedinate e derubate con modalità simili. Il valore complessivo dei beni riconosciuti dai legittimi proprietari e restituiti ammonta a circa 31.000 euro. Il resto del materiale prezioso è stato sottoposto a sequestro penale, mentre il pregiudicato è stato indagato per ricettazione.
L'operazione della Squadra Mobile di Padova ha confermato l'esistenza di una rete criminale dedita al riciclaggio di denaro attraverso intestazioni fittizie e investimenti immobiliari. Un mondo sommerso che, grazie all'attenta indagine delle forze dell'ordine, è stato portato alla luce, rivelando l'ennesimo capitolo di una storia di crimine e inganno.
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