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Cronaca
21.04.2025 - 10:29
Papa Francesco
Alle 7:35 del mattino, il cuore di Papa Francesco ha smesso di battere. Il Pontefice “venuto dalla fine del mondo” si è spento in Vaticano all’età di 88 anni, lasciando un vuoto profondo non solo nella Chiesa cattolica, ma nel cuore di milioni di fedeli e non credenti che lo hanno riconosciuto come una guida morale e spirituale del nostro tempo. A dare l’annuncio ufficiale, il cardinale Kevin Farrell: “Ci ha insegnato a vivere il Vangelo con coraggio, fedeltà e amore universale, in particolare verso i più poveri ed emarginati.”
UN PAPA FUORI DAGLI SCHEMI
Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, ha scelto la via del sacerdozio dopo un diploma da tecnico chimico. Gesuita dal 1958, si è formato tra filosofia, letteratura e teologia, diventando sacerdote nel 1969. Nel 1998 fu nominato arcivescovo di Buenos Aires, e nel 2001 cardinale da Giovanni Paolo II. Il 13 marzo 2013, dopo la storica rinuncia di Benedetto XVI, viene eletto 266º Papa della Chiesa cattolica. È il primo gesuita, il primo sudamericano e il primo Papa con il nome di Francesco.
UN PONTIFICATO DI SVOLTE
Il suo papato è stato segnato da riforme concrete e da un linguaggio nuovo, diretto, spesso sorprendente. Celebre la sua frase del 2013: “Chi sono io per giudicare?”, a proposito dell’omosessualità. Un cambio di passo netto, che aprì a un dialogo più inclusivo dentro e fuori la Chiesa.
Bergoglio ha riformato la Curia, rivisto lo IOR, promosso la trasparenza finanziaria e inasprito le norme contro gli abusi. Ha parlato di pace, clima, giustizia sociale. Ha aperto il cuore della Chiesa a divorziati risposati, coppie di fatto, migranti, senza mai dimenticare gli “scarti” della società.
IL PAPA DELLA STRADA, IL PAPA DELLA GENTE
Indimenticabile la sua immagine, solo, in una Roma spettrale durante la pandemia. Camminava in silenzio per via del Corso, pregando per la fine del contagio. Francesco non fu solo guida spirituale, ma anche voce civile. Promosse i vaccini come gesto d’amore, fece del Covid una lezione di umanità e vicinanza.
Il 14 giugno 2024, al G7 in Puglia, fu il primo Papa nella storia a prendere parte a un vertice globale delle potenze mondiali, ribadendo l'urgenza della pace e della cura del pianeta.
IL GIUBILEO DELLA SPERANZA
Appena pochi mesi fa, il 25 dicembre 2024, apriva la Porta Santa dando inizio al Giubileo della Speranza. Un ultimo grande atto simbolico e spirituale: “Ciascuno di noi può entrare nel mistero di questo annuncio di grazia”, aveva detto, nonostante la voce affaticata e gli acciacchi.
LA MALATTIA, LA FRAGILITÀ, LA FEDE
Negli ultimi anni, Papa Francesco ha vissuto una lunga e dolorosa battaglia contro problemi di salute sempre più gravi: interventi chirurgici, ricoveri, infezioni. Ma non ha mai rinunciato del tutto al suo ruolo. Anche nell’ultima Pasqua, affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni, ha salutato il mondo con un sorriso stanco, affidando la lettura del messaggio pasquale a monsignor Ravelli.
L’EREDITÀ DI UN UOMO CHE HA CAMBIATO IL VOLTO DELLA CHIESA
Con Papa Francesco si chiude un’epoca. Un’epoca fatta di gesti semplici e rivoluzionari, di parole forti e carezze ai dimenticati, di un Vangelo vissuto e non solo predicato. Lascia in eredità una Chiesa più vicina al mondo reale, più povera, più aperta, più umana.
Oggi il mondo saluta non solo il Pontefice, ma un padre spirituale, un fratello tra gli uomini. E nel silenzio che segue la sua voce, resta il suono delle sue parole: “Non abbiate paura della tenerezza.”
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