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Cronaca

Treviso, da datore di lavoro a stalker: un 50enne terrorizza una barista

Un incontro casuale che si trasforma in un incubo

Uno stalker a Verona: 26enne perseguita l'ex, fermato dai carabinieri

Foto di repertorio

Da un incontro fortuito a un incubo che ha segnato profondamente la vita di una giovane barista. La vicenda, che ha scosso la comunità di Zenson di Piave, ha avuto inizio lo scorso novembre quando una 25enne è stata avvicinata da un uomo che si è spacciato per un datore di lavoro. Il suo obiettivo, però, non era quello di assumerla: Giuseppe M., 50 anni, di Musile di Piave, si è trasformato rapidamente in uno stalker, terrorizzando la donna con telefonate incessanti e messaggi volgari, fino a stravolgerle le abitudini di vita.

Tutto è iniziato in un bar di San Donà, dove la giovane si era fermata dopo aver fatto alcuni esami in ospedale. L'uomo le aveva chiesto se conoscesse qualcuno da assumere in un albergo per uno stipendio di 2.500 euro al mese. La ragazza, rispondendo senza troppe riflessioni, gli aveva fornito il suo nome e il luogo di lavoro. Un errore che l'avrebbe catapultata in un incubo.

Il giorno dopo, la giovane è stata avvicinata dal titolare del bar, che le ha riferito di aver ricevuto numerose chiamate da un uomo che le chiedeva di essere ricontattato. Non sospettando nulla, la ragazza ha inviato un messaggio al presunto datore di lavoro, dicendo che non aveva ancora nominativi da fornire. Da quel momento, la sua vita è cambiata: telefonate, messaggi sempre più invadenti e proposte sessuali esplicite hanno preso d’assalto il suo telefono e nonostante i tentativi di bloccare il numero, l’uomo è riuscito a contattarla tramite nuovi numeri.

L'uomo, già con un passato turbolento e precedenti per adescamento di minori e altri reati, ha perseguitato la giovane donna con un comportamento ossessivo che ha avuto gravi ripercussioni sul suo benessere psicologico. La ragazza ha vissuto momenti di grande ansia, tanto che è stata costretta a cambiare le sue abitudini quotidiane, evitando di uscire sola dopo il lavoro o durante le passeggiate lungo l’argine del fiume.

Dopo mesi di molestie, la giovane ha deciso di denunciare l’uomo, e le indagini della procura sono riuscite a raccogliere prove sufficienti per portare Giuseppe M. davanti al giudice. Il sostituto procuratore Gabriella Cama ha rapidamente concluso le indagini e l'uomo è stato notificato dell’avviso di conclusione delle indagini. Ora, il 50enne dovrà rispondere in tribunale dell'accusa di atti persecutori.

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