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Lutto nella politica

Giancarlo Gentilini, l'ex "sindaco sceriffo" di Treviso, è morto a 95 anni

Trevigiano doc e leghista convinto, Gentilini ha incarnato il volto del "sindaco sceriffo", amato da molti e criticato da altri per le sue politiche rigorose e divisive

Foto dalla pagina facebook dedicata all'ex politico

Foto dalla pagina facebook dedicata all'ex politico

Giancarlo Gentilini, l'ex sindaco che ha lasciato un’impronta indelebile nella politica di Treviso, è morto oggi all’età di 95 anni. Lo hanno annunciato i familiari, la moglie Marta e i figli Antonio e Stefano, con un messaggio che segna la fine di un’era per la città. Gentilini, noto per il suo approccio diretto e spesso controverso alla politica, è stato una figura centrale nella Lega Nord e un simbolo del federalismo leghista.

Nato a Serravalle di Vittorio Veneto, Gentilini ha intrapreso una carriera nel settore bancario prima di diventare un punto di riferimento della politica locale. Inizialmente vicino alla Democrazia Cristiana, si è poi avvicinato alla Lega Nord, sostenendo un federalismo che rifiutava la secessione e si concentrava su un'Italia unita, ma decentralizzata.

Nel 1994 è stato eletto sindaco di Treviso, dove si è distinto per il suo stile autoritario e la sua politica di "tolleranza zero". Il suo mandato è stato segnato da provvedimenti controversi, come la rimozione delle panchine nelle aree pubbliche per contrastare l'immigrazione clandestina. Queste azioni e dichiarazioni lo hanno reso popolare tra i suoi sostenitori, ma anche fortemente criticato da opposizioni politiche e dalla Chiesa.

Gentilini ha continuato a influenzare la politica trevigiana anche dopo il termine del suo mandato da sindaco, ricoprendo ruoli di rilievo nella giunta comunale e partecipando attivamente alla scena politica locale. Le sue posizioni provocatorie, come la proposta di riaprire le case di tolleranza e la sua opposizione al razzismo nel calcio, hanno alimentato dibattiti e polemiche in città. Nonostante le critiche, la sua figura ha mantenuto un forte legame con la città, dimostrando di essere una personalità carismatica e divisiva.

Nel 2012 si è ricandidato a sindaco, sostenendo una politica di "pugno di ferro". Nonostante la sconfitta alle elezioni, ha continuato a esercitare una certa influenza, fino al suo sostegno alla candidatura di Mario Conte nel 2018. Con la morte di Gentilini, Treviso perde una delle figure più controverse e significative della sua recente storia politica.

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