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Banca Popolare di Vicenza: la Cassazione bocca il ricorso degli ex dirigenti

La Suprema Corte rende definitive le multe comminate dalla Banca d’Italia nel 2017 a Monorchio e Sbabo

Andrea Monorchio, vicepresidente del Consiglio di amministrazione della Banca all'epoca dei fatti

Andrea Monorchio, vicepresidente del Consiglio di amministrazione della Banca all'epoca dei fatti

Con due ordinanze depositate oggi (n. 11569 e n. 11570), la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati da Andrea Monorchio e Fiorenzo Sbabo, ex amministratori della Banca Popolare di Vicenza, contro le sanzioni inflitte loro dalla Banca d’Italia nel 2017. I provvedimenti dell’organo di vigilanza, già confermati nel 2020 dalla Corte d’Appello di Roma, diventano così definitivi.

Andrea Monorchio, vicepresidente del Consiglio di amministrazione della Banca, dovrà versare una sanzione complessiva di 163mila euro: 93mila per carenze nell’organizzazione interna, nella gestione dei rischi e nei controlli, e 70mila per gravi mancanze nel governo societario, in particolare riguardo alla struttura del gruppo, alla distribuzione delle deleghe e alla circolazione delle informazioni.

Analogo esito per Fiorenzo Sbabo, all’epoca membro del CdA, condannato al pagamento di 94mila euro per inadeguatezze simili nei processi organizzativi e di controllo.

Le sanzioni arrivano al termine di un lungo iter iniziato ben prima che la Banca Popolare di Vicenza fosse posta in liquidazione coatta amministrativa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, a seguito del grave dissesto emerso negli anni successivi.

Con il verdetto della Cassazione si chiude definitivamente uno dei capitoli giudiziari più rilevanti legati al crollo dell’istituto veneto, una delle crisi bancarie più gravi degli ultimi anni in Italia.

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