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Cybercrime in crescita: nel mirino una impresa veneta su tre

Truffe informatiche, attacchi digitali e furti di dati colpiscono in particolare le piccole imprese artigiane, spesso prive di difese adeguate

Immagine di repertorio

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Il cybercrime non risparmia nessuno, nemmeno le imprese artigiane. In Veneto, secondo una recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, un’azienda su tre è stata vittima di attacchi informatici. Un fenomeno in crescita che preoccupa in particolare le micro e piccole imprese, storicamente meno attrezzate per difendersi dalle minacce digitali.

Nel 2023, i reati d’impresa sono aumentati del 5,6% a livello nazionale e del 4,5% nella regione, arrivando a colpire 14 aziende ogni 100. Tra questi, oltre un terzo – il 35,5% – riguarda il cybercrime: phishing, truffe via PEC, ransomware e furti di dati sono ormai all’ordine del giorno anche per officine, laboratori e botteghe digitalizzate.

«Quando un’azienda artigiana subisce un attacco informatico il danno è doppio – avverte Fabio Cerisara, presidente della Federazione Comunicazione di Confartigianato Imprese Veneto – non solo si è costretti a fermare la produzione, ma si rischia di perdere clienti importanti, spesso grandi aziende per cui si lavora come terzisti.»

La contraffazione resta un altro fronte caldo: colpisce un’attività artigiana su quattro. Ma è la cybersicurezza, secondo Confartigianato, la sfida più urgente. Dopo una breve flessione nel 2022, i crimini informatici sono tornati ad aumentare, segnando un trend in crescita per il terzo anno consecutivo.

Per contrastare il fenomeno, Confartigianato sta promuovendo percorsi di formazione e consapevolezza, destinati a imprenditori e lavoratori. «Serve una vera cultura della sicurezza digitale – insiste Cerisara – fatta di buone pratiche e strumenti adeguati. La cybersicurezza non è un lusso, ma una condizione essenziale per la sopravvivenza e la competitività delle imprese artigiane.»

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