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Inchiesta Palude: chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Brugnaro

Corruzione, speculazioni edilizie e affari opachi: coinvolti anche un magnate di Singapore e l’ex assessore Boraso

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro rischia un processo per una serie di accuse legate a operazioni immobiliari e urbanistiche che coinvolgono anche noti imprenditori locali e un magnate di Singapore. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito di un'inchiesta che ruota attorno alla mancata vendita dell’area dei Pili, 41 ettari di terreno inquinato ai margini della laguna, acquistati da Brugnaro prima del suo ingresso in politica e poi conferiti in un blind trust americano nel 2017.

Secondo l’accusa, proprio in quell’anno sarebbero partite le trattative con l’imprenditore asiatico Ching Chiat Kwong: inizialmente per l’acquisto del centralissimo Palazzo Papadopoli (valutato 14 milioni, offerto a 10,8), e successivamente per i Pili, proposti per circa 100 milioni di euro come area da riqualificare con destinazione edilizia. Nell’offerta sarebbe stato incluso anche un palazzetto dello sport destinato alla Reyer Basket, società di proprietà dello stesso Brugnaro.

Al centro dell’inchiesta anche una presunta tangente di 73mila euro versata all’allora assessore Renato Boraso per favorire la trattativa. Ma le contestazioni non si fermano qui: sotto esame figurano anche altre operazioni urbanistiche sospette, concessioni per parcheggi vicino all’aeroporto, appalti per la manutenzione degli uffici comunali e per software utilizzati dall’amministrazione.

Per una tranche dell’indagine è già stata fissata l’udienza preliminare, prevista il 16 maggio davanti alla giudice Carlotta Franceschetti. Si tratta del procedimento relativo al patteggiamento di Boraso, che ha ammesso dodici episodi di corruzione e accettato una condanna a 3 anni e 10 mesi, restituendo 400mila euro. Hanno patteggiato anche tre imprenditori coinvolti: Daniele Brichese (3 anni e 10 mesi, con confisca di 7mila euro), Francesco Gislon (2 anni e 6 mesi, 45mila euro confiscati) e Fabrizio Ormenese (2 anni e 9 mesi).

L’inchiesta scuote la città lagunare e getta ombre pesanti sull’amministrazione di Brugnaro, che ora dovrà rispondere in tribunale delle pesanti accuse mosse dalla procura.

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