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Cronaca
15.05.2025 - 11:22
Foto di repertorio
Un episodio che ha dell’incredibile e che solleva interrogativi profondi sulla percezione della violenza tra i più giovani. In una chat scolastica di un istituto superiore di Bassano del Grappa, alcuni studenti hanno diffuso un sondaggio raccapricciante, dal titolo inequivocabile: “Chi si meritava di più di essere uccisa?”.
Nel messaggio incriminato comparivano i nomi di tre giovani donne tristemente note alle cronache per essere state vittime di femminicidio: Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin. Un gesto che ha subito generato sdegno e condanna non solo nel mondo scolastico, ma in tutta la comunità civile.
A dare risonanza pubblica al caso è stata l’associazione Women for Freedom, impegnata da anni nella lotta contro la violenza di genere, che ha rilanciato sui social il contenuto del sondaggio, già segnalato da un'emittente televisiva locale.
“Non è una battuta infelice – hanno scritto in un post – ma un gesto grave, che trasforma tre tragedie reali in un quiz macabro. È il segno preoccupante di una disconnessione emotiva pericolosa".
Anche il mondo politico locale ha reagito con forza. Il gruppo civico Bassano per Tutti ha parlato di “un sintomo evidente di una cultura che minimizza la violenza e deumanizza le sue vittime”.
Educazione, rispetto, responsabilità: un appello collettivo
Il messaggio più forte, però, arriva dall’insieme delle realtà coinvolte: la scuola, le famiglie, le istituzioni. In un comunicato congiunto, il gruppo delle Donne Democratiche di Bassano ha chiesto un’azione condivisa e continua:
“Non possiamo delegare tutto agli studenti. Il cambiamento deve coinvolgere tutta la società. Solo unendo le forze – con linguaggi, esempi e comportamenti rispettosi – possiamo sperare in un futuro diverso”.
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