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Maxi truffa a Venezia: clonavano patenti nautiche e le vendevano a 2mila euro, 50 indagati

Corruzione alla Capitaneria di Porto di Venezia

Maxi truffa a Venezia: clonavano patenti nautiche e le vendevano a 2mila euro, 50 indagati

Foto di repertorio

La Procura di Venezia ha concluso una vasta indagine per corruzione che ha coinvolto un gruppo di persone accusate di aver clonati patenti nautiche, vendendole a prezzi elevati. Al centro dell'inchiesta c’è una rete che operava attraverso la Capitaneria di Porto di Venezia, con il coinvolgimento di un sottoufficiale e numerosi intermediari.

Secondo le indagini condotte dai Carabinieri, i colpevoli avrebbero utilizzato una tecnica fraudolenta che prevedeva la clonazione di patenti nautiche, spesso appartenenti a persone decedute. I falsi duplicati venivano poi venduti per circa 2mila euro ciascuno. L'inchiesta ha portato all'individuazione di 50 persone sotto accusa, tra cui alcuni noti residenti in Veneto e in altre regioni. Tra i principali indagati figura Paolo Russo, un 57enne di Zero Branco, luogotenente del servizio patenti presso la Capitaneria di Porto.

Nel corso delle indagini, che hanno preso il via nel giugno 2022, è emerso che il meccanismo criminale era ben collaudato. Il luogotenente avrebbe suggerito, tramite intermediari, il numero e la data di scadenza di patenti già esistenti, appartenenti a persone ormai decedute, che venivano poi dichiarate smarrite per permettere il rilascio di duplicati.

Tra gli altri indagati figura anche Giuseppe Di Napoli, un 56enne di Martellago, oltre a numerosi altri intermediari sparsi per diverse province. Le autorità hanno già sequestrato oltre 37mila euro, mentre la Procura sta valutando se ci sono gli estremi per portare tutti gli indagati a processo.

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