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Cronaca
19.05.2025 - 12:00
Foto di repertorio
Un’operazione della Guardia di Finanza di Parma ha portato oggi, lunedì 19 maggio, all’arresto domiciliare di due uomini di origine calabrese, residenti rispettivamente nel parmense e nel veronese, accusati di far parte di un articolato sistema di frode fiscale.
L’inchiesta, che coinvolge sei persone in totale, ipotizza i reati di emissione e utilizzo di fatture false, riciclaggio, autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Il giudice per le indagini preliminari ha disposto anche il sequestro di cinque società, considerate cartiere, un immobile del valore di 430mila euro e liquidità per circa 1,5 milioni di euro, ritenuti il frutto delle attività illecite.
L’indagine è scaturita dal fallimento di una delle aziende coinvolte e ha svelato un meccanismo di false fatturazioni nel comparto dell’edilizia, con società sparse tra le province di Parma e Verona. La società capofila, formalmente l’unica operativa, si aggiudicava commesse per cantieri in Germania, ma gran parte delle attività venivano svolte da personale inquadrato da società fittizie.
I flussi di denaro, al netto degli stipendi, venivano trasferiti sui conti privati degli indagati, che li utilizzavano per fini personali, tra cui l’acquisto di immobili – come nel caso di una casa intestata al figlio di uno degli arrestati, ora sotto sequestro.
Le società cartiere – prive di sede, beni strumentali e con pesanti pendenze fiscali – operavano esclusivamente per creare operazioni contabili fittizie, finalizzate a ridurre il reddito imponibile del gruppo.
Secondo gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Parma, dal 2019 ad oggi sarebbero state emesse fatture false per oltre 8 milioni di euro. Le indagini sono state supportate da intercettazioni telefoniche, analisi delle operazioni sospette e un attento tracciamento dei movimenti bancari.
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