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Cronaca
22.05.2025 - 11:08
Foto di repertorio
Un ricatto dal sapore amaro e profondamente invasivo, consumato tra i tavoli di un’osteria veneziana e sfociato in un’aula di tribunale. Un giovane cameriere di 24 anni, originario di Palermo e residente a Venezia, ha patteggiato ieri una condanna a due anni e sei mesi di reclusione per furto aggravato ed estorsione.
La vicenda risale allo scorso novembre, quando l’uomo ha approfittato della fiducia e della distrazione di un collega per impossessarsi del suo smartphone, lasciato sotto il bancone durante il turno di lavoro. Quello che poteva sembrare un semplice furto si è presto trasformato in qualcosa di molto più grave.
Nel cellulare rubato, ha trovato video personali e immagini intime del collega, che ha deciso di usare come strumento di pressione.
Ma il ricatto non si è fermato. Alcuni video avevano già cominciato a circolare su piattaforme come Instagram, WhatsApp e Telegram, peggiorando ulteriormente l’angoscia dell’uomo, che a quel punto ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. Insieme ai militari ha organizzato una trappola: un finto incontro per la consegna del denaro, otto banconote da 50 euro con i numeri di serie annotati.
Il 19 dicembre 2024, all’appuntamento, ha preso i soldi e restituito il telefono. In quell’istante è scattato l’intervento dei carabinieri in borghese, che lo hanno arrestato in flagranza di reato.
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