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Cronaca
24.05.2025 - 12:15
Foto di repertorio
Mestre intensifica la sua guerra alla droga. In meno di cinque mesi, la polizia locale ha effettuato 160 sequestri di sostanze stupefacenti, recuperando oltre tre chili di droga nascosta nei luoghi più impensabili: dai cestini ai tombini, dalle fioriere alle cassette elettriche. A essere particolarmente sorvegliate sono riviera XX Settembre, via Poerio e l’area attorno al museo M9, sempre più spesso pattugliate con l’aiuto delle unità cinofile.
La strategia degli spacciatori, che trasformano ogni angolo urbano in un potenziale nascondiglio, è ormai nota agli agenti: pacchetti nascosti tra le pietre, nelle aiuole verticali, o persino sotterrati nei pressi di piazza Ferretto. Le forze dell’ordine rispondono con controlli serrati e costanti, che hanno portato anche a 112 denunce da inizio anno, con 55 arresti in flagranza.
Il confronto con gli anni passati dà la misura del fenomeno: nel 2024 erano stati sequestrati quasi nove chili di droga, più di 11 nel 2023, segno di un flusso costante ma anche di un’attività investigativa sempre più efficace. In soli cinque mesi, il 2025 si avvicina già ai numeri degli interi anni precedenti.
Non mancano gli episodi più critici, come gli “ingoiatori” – spacciatori che cercano di eludere l’arresto ingoiando le dosi al momento dell’intervento della polizia – finiti poi all’ospedale per accertamenti. Diverse anche le patenti ritirate e i motorini sequestrati: chi veniva sorpreso alla guida subito dopo l’acquisto di una dose è stato segnalato e sanzionato.
I dati confermano che il fenomeno non si limita al quartiere Piave, da tempo nel mirino delle operazioni di sicurezza urbana. Ora la pressione si sposta anche sulle zone più centrali e frequentate, dove giovani e studenti si ritrovano e dove la domanda di sostanze resta alta. La risposta delle forze dell’ordine è diventata capillare: una media di un arresto al giorno solo nell’ultima settimana.
Il contrasto allo spaccio è diventato una priorità per l’amministrazione e per la polizia locale, che mirano a riconquistare il controllo degli spazi pubblici trasformati, negli anni, in luoghi di traffico e consumo.
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