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Aggiornamento
05.06.2025 - 16:16
Marco Canova, gestore delle Piscine Comunali di Monselice
Un pomeriggio tranquillo alle Piscine Comunali di Monselice si è trasformato in un episodio di violenza che ha visto come sfortunato protagonista Marco Canova, il gestore della struttura, vittima di un’aggressione da parte di un gruppo di giovani, tra cui Mohammed Amine Amagour, meglio noto come Baby Touché, trapper 21enne con diversi precedenti.
«Ieri pomeriggio è arrivato un gruppo di ragazzi – racconta Canova – all’inizio sembravano clienti come gli altri. Si sono presentati e io li ho salutati come faccio con tutti. Dopo pochi minuti, però, alcuni di loro hanno preso i lettini senza chiedere il permesso al personale, nonostante il cartello fosse ben chiaro. Una ragazza del bar li ha invitati a rispettare le regole, ma sono subito cominciate offese e minacce» spiega il gestore.
L’atmosfera si è subito fatta tesa. «La ragazza è venuta da me trafelata, dicendomi che era stata minacciata. Sono intervenuto, ma loro hanno continuato ad alzare la voce e a provocare. La situazione è degenerata rapidamente sotto gli occhi di altri clienti, tutto è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza».
A quel punto è intervenuto anche Baby Touché, che ha aggredito Canova con spintoni e altri gesti violenti. «Ho cercato di mantenere la calma, ho chiamato il 112 perché la situazione stava sfuggendo di mano. I carabinieri e la polizia municipale sono arrivati tempestivamente, ma poco dopo Baby Touché mi ha spinto a terra. Solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine la situazione si è calmata» continua il gestore.
L’aggressione non si è fermata all’interno della piscina. «Fuori dal tornello di sicurezza, i ragazzi hanno continuato a minacciarmi e a insultarmi, arrivando a lanciarmi addosso uno zaino. Questa mattina ho formalizzato una querela per minacce, oltraggio, danni e lesioni personali. Sono dovuto andare all’ospedale, ho una prognosi di cinque giorni per contusioni e resto in attesa di accertamenti».
Marco Canova non nasconde la sua delusione: «Sto facendo solo il mio lavoro, cercando di garantire un ambiente sicuro e piacevole per le famiglie. Ho chiesto in più occasioni alle autorità un servizio di sorveglianza adeguato, perché purtroppo questa situazione non è un caso isolato».
Sulla questione sicurezza Canova è molto chiaro: «I Daspo urbani sono scaduti, non possono essere rinnovati automaticamente e questo lascia impuniti certi soggetti, anche se noti alle forze dell’ordine. Io non posso discriminare nessuno, ma chiedo rispetto per le regole: niente alcol portato da fuori, divieto di fumare nell’area verde, niente pallonate verso gli altri clienti, niente rifiuti per terra. Chi non rispetta queste regole viene richiamato, e se si continua, si interviene chiamando le forze dell’ordine».
L’episodio ha suscitato anche reazioni negative da parte di alcuni, che hanno criticato Canova per aver reso pubblica la vicenda: «Mi hanno detto che questa è cattiva pubblicità, ma io non posso tacere su ciò che è successo. È importante far capire che anche in una piscina pubblica possono verificarsi episodi gravi e che si deve intervenire con fermezza».
Il gestore denuncia una situazione più ampia, che coinvolge il disagio giovanile e la mancanza di rispetto verso le regole e le persone: «Io insegno educazione fisica e vedo questi atteggiamenti anche a scuola. C’è troppo permissivismo, i genitori minacciano denunce se si fanno richiami severi e questo alimenta comportamenti arroganti e violenti».
Conclude con una speranza: «Confido che la denuncia faccia il suo corso, che il Daspo urbano venga applicato e che episodi del genere non si ripetano. Qui vogliamo solo che le famiglie possano godersi un ambiente sicuro e sereno».
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