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Sicurezza sul lavoro

Veneto: sangue e lavoro. +70% di morti rispetto all'anno scorso

Quasi metà delle vittime sono lavoratori stranieri. Venezia, Vicenza e Padova in zona rossa per incidenza di mortalità

Mappa dell'indice di rischio in Veneto

Mappa dell'indice di rischio in Veneto

Nel primo quadrimestre del 2025 il Veneto fa segnare un inquietante balzo in avanti nel triste conteggio delle morti sul lavoro. I dati aggiornati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre rivelano che la regione ha registrato 27 decessi nei primi quattro mesi dell’anno, con un incremento del 68,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando le vittime furono 16. Di queste, 21 sono morti in occasione di lavoro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.

Un trend preoccupante che ha portato il Veneto a salire di rischio nella mappatura nazionale, passando dalla zona gialla alla zona arancione, cioè tra le regioni con incidenza di mortalità superiore alla media nazionale (9,4 morti per milione di occupati contro la media italiana di 8,8).

Nel dettaglio, le province con la situazione più critica sono Venezia (13,6), Vicenza (12,8) e Padova (11,2), tutte in zona rossa, ossia ad altissimo rischio. Seguono Rovigo (10,0) e Verona (9,2) in zona arancione. Più contenuti i numeri di Treviso (2,5) e Belluno (0,0), rispettivamente in zona bianca.

"Il numero di vittime continua a crescere – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio – e a maggio, fortunatamente, è stato approvato il nuovo Accordo sulla formazione per la sicurezza, che impone ai datori di lavoro una formazione obbligatoria. Speriamo che questo passo avanti porti maggiore consapevolezza e riduca i rischi”.

Stranieri e lavoratori in settori a rischio i più colpiti

Colpisce anche la composizione delle vittime: 13 delle 27 persone decedute erano lavoratori stranieri, e 9 di loro sono morti in occasione di lavoro. Le denunce di infortunio dei lavoratori stranieri sono state 5.744, di cui 4.868 legate a incidenti sul posto di lavoro.

Anche le donne non sono escluse dalla tragedia: 2 lavoratrici hanno perso la vita, una in itinere e una sul posto di lavoro. Le denunce di infortunio femminili sono state 8.048, a fronte delle 15.302 maschili.

Il settore più colpito resta quello delle Attività Manifatturiere, con 3.996 denunce, seguito da Costruzioni (1.394), Commercio (1.163), Trasporti e Magazzinaggio (1.100) e Sanità (1.038).

Padova maglia nera anche per le denunce di infortunio

Oltre al primato per decessi (7 vittime), Padova si distingue negativamente anche per il numero totale di denunce di infortunio: 4.669. Seguono Verona (4.591), Vicenza (4.432), Treviso (4.210), Venezia (3.809), Belluno (920) e Rovigo (719). Complessivamente, in Veneto, a fine aprile 2025 le denunce di infortunio sono state 23.350, in aumento rispetto alle 23.136 del 2024.

Il quadro che emerge dalla nuova mappatura è chiaro: la sicurezza sul lavoro in Veneto è ancora un’emergenza aperta. E mentre i numeri crescono, la speranza è che nuove normative e una maggiore formazione possano finalmente invertire questa rotta drammatica.

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