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Lavoro nero

Lavoro nero e sicurezza violata, raffica di controlli nel Trevigiano: sospese 5 attività

Trovati 3 lavoratori in nero e 13 aziende non in regola con la sicurezza

Lavoro nero e sicurezza violata, raffica di controlli nel Trevigiano: sospese 5 attività

Le forze dell'ordine al lavoro

Prosegue senza sosta l’azione dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Treviso contro il lavoro irregolare e le violazioni delle norme sulla sicurezza. Nell’ambito di una vasta operazione coordinata con l’Arma territoriale e sviluppata in tutto il territorio provinciale, i militari hanno passato al setaccio numerose attività, concentrandosi in particolare su cantieri edili e pubblici esercizi.

Il bilancio è pesante: cinque aziende sospese, tre lavoratori “in nero” individuati e tredici imprese sanzionate per gravi inadempienze in materia di sicurezza. Le sanzioni amministrative e penali comminate superano i 150mila euro.

Sicurezza ignorata nei cantieri: lavoratori senza protezioni
I controlli hanno portato alla sospensione immediata dell’attività in cinque casi, tra cui un’azienda attiva in un cantiere a Istrana, dove i dipendenti operavano sul tetto senza alcun dispositivo anticaduta. Situazioni simili sono emerse anche nei comuni di Tarzo e Casale sul Sile, dove i ponteggi utilizzati erano giudicati pericolosi e non a norma.

In un altro cantiere di Casale sul Sile, è stato scoperto un lavoratore straniero impiegato senza regolare assunzione né copertura assicurativa. Altri due operai, anch’essi extracomunitari e non regolarizzati, sono stati trovati in un cantiere a Riese Pio X mentre eseguivano la posa del cappotto termico. In entrambi i casi, i titolari sono stati sanzionati e le attività sospese per utilizzo di manodopera irregolare.

Violazioni diffuse anche in altri comuni
I Carabinieri hanno effettuato verifiche anche nei territori di Zero Branco, Vittorio Veneto, Paese e Ormelle, dove sono emerse ulteriori violazioni alle norme sulla sicurezza. Tra le irregolarità più frequenti, la mancata formazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, l’assenza di sorveglianza sanitaria sui lavoratori e la non conformità delle misure di protezione individuale.

L’attività, sottolineano i militari, rientra in una strategia di prevenzione e contrasto volta a garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose, soprattutto nei settori a maggior rischio di irregolarità come l’edilizia.

“Controlli fondamentali per la tutela dei lavoratori” – hanno fatto sapere dal Comando, ribadendo l’importanza di un presidio attento e costante per fermare comportamenti che mettono in pericolo la salute e la vita delle persone.

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