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Cronaca
20.06.2025 - 08:40
Immagine di repertorio
Un’operazione di grande rilevanza ambientale e investigativa quella condotta nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Treviso, che ha portato al sequestro di 13,6 tonnellate di gas refrigerante illegale di origine cinese. Il carico, stipato in 1.360 bombole e trasportato da un autoarticolato polacco, è stato intercettato nell’area di sosta autostradale di Roncade, durante un controllo mirato al contrasto del contrabbando di merci extra-UE.
Il refrigerante sequestrato appartiene alle tipologie R404A e R507A, entrambi vietati dal 1° gennaio 2025 all’interno dell’Unione Europea, in base al Regolamento UE 517/2014, per il loro elevato potenziale di riscaldamento globale. Si tratta infatti di gas fluorurati a effetto serra, responsabili di gravi danni all’ambiente.
Secondo la documentazione doganale in possesso del conducente, il gas avrebbe dovuto transitare solo temporaneamente nel territorio comunitario per poi essere spedito via mare dal porto francese di Dunkerque verso gli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, l’attenta analisi dei documenti e la verifica del navigatore satellitare del mezzo hanno smascherato l’inganno: il vero luogo di destinazione era una località del Salernitano, dove il carico sarebbe stato probabilmente smistato a installatori operanti “in nero” nel settore del condizionamento e della refrigerazione.
A quel punto, accertato l’ingresso illecito del gas in Italia, i finanzieri hanno proceduto al sequestro penale d’urgenza del materiale, con la convalida della Procura della Repubblica di Treviso.
Secondo le stime degli inquirenti, l’immissione sul mercato di tale quantità di gas avrebbe potuto generare profitti superiori al milione di euro. Ma il danno maggiore sarebbe stato per l’ambiente: se liberato in atmosfera, questo tipo di refrigerante ha un impatto climalterante centinaia di volte superiore alla CO₂.
L’operazione si inserisce in una più ampia strategia di controllo dei traffici illeciti condotta dalla Guardia di Finanza attraverso la sorveglianza delle principali arterie viarie, dimostrando come il presidio del territorio resti un pilastro fondamentale nella lotta al contrabbando e alla criminalità ambientale.
“Abbiamo fermato non solo un traffico illecito, ma un pericolo concreto per l’ambiente e la salute pubblica”, sottolineano fonti investigative.
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