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Cronaca
23.06.2025 - 11:57
Con l’arrivo dell’estate torna anche l’allarme annegamenti: ogni anno in Italia più di 300 persone perdono la vita in acqua, e tra loro circa il 12% sono minorenni. Il dato, preoccupante, emerge dal secondo rapporto dell’Osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità, che richiama l’attenzione sul rischio crescente per i più piccoli, in particolare in ambienti come piscine domestiche o turistiche.
Secondo l’ISS, circa la metà delle morti per annegamento in piscina riguarda bambini sotto i 12 anni, spesso sfuggiti per pochi attimi alla sorveglianza di un adulto. Un attimo di disattenzione può rivelarsi fatale: un bambino piccolo, anche se già in grado di camminare, può finire sott’acqua e scomparire alla vista in meno di 20 secondi.
L’ultimo caso si è verificato domenica 22 giugno a Lignano Pineta, in Friuli Venezia Giulia. Un bimbo di 3 anni, sfuggito momentaneamente alla sorveglianza della madre, è caduto in una piscina all’interno del Riviera Resort. Provvidenziale l’intervento di una donna presente in vasca, che ha notato il corpo e lo ha immediatamente soccorso. Il piccolo è stato intubato e trasportato in elicottero all’ospedale di Udine, dove si trova ora in terapia intensiva.
Un finale fortunatamente positivo, che però evidenzia quanto sia fragile il confine tra divertimento e tragedia.
L’ISS, insieme agli esperti del settore, ribadisce alcune regole basilari per la sicurezza dei bambini vicino all’acqua:
Sorveglianza costante: non basta “guardare da lontano”, serve attenzione attiva e continua.
Barriere di protezione: in particolare attorno alle piscine domestiche.
Lezioni di nuoto precoci, anche in età prescolare, per favorire la familiarità con l’acqua.
Evitate distrazioni, come cellulari o letture, quando si è con bambini in ambienti acquatici.
Presenza di salvagenti o braccioli, ma senza mai sostituire la supervisione diretta.
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