Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Cronaca

Femminicidio di Riese, chiesti 28 anni per Bujar Fandaj

La Procura: omicidio premeditato e vendetta con revenge porn, sentenza attesa il 9 luglio

Femminicidio di Riese, chiesti 28 anni per Bujar Fandaj

Immagine di repertorio

Ventotto anni di carcere, di cui diciotto mesi per il reato di revenge porn, è la richiesta formulata ieri, 24 giugno, dal pubblico ministero Michele Permunian nel processo a carico di Bujar Fandaj, il 40enne di origine kosovara accusato di aver ucciso la sua ex amante, Vanessa Ballan, 26enne madre e incinta di cinque mesi. L’omicidio risale al 19 dicembre 2023, quando Vanessa fu trovata senza vita nella sua abitazione a Riese Pio X. Oltre all’omicidio volontario pluriaggravato e al revenge porn, Fandaj deve rispondere anche di violazione di domicilio e porto illegale di armi. La sentenza è fissata per il prossimo 9 luglio.

Nel corso della requisitoria durata circa tre ore, il pm ha ricostruito la tormentata relazione tra Vanessa e Bujar, iniziata nel 2022 e conclusasi – almeno formalmente – nell’estate del 2023. La vittima, a causa delle minacce e degli atteggiamenti ossessivi dell’uomo, aveva deciso di interrompere i rapporti ma, spinta forse da paura o dalle pressioni, aveva continuato a incontrarlo fino a ottobre, mese in cui Bujar inviò un video intimo di Vanessa al suo attuale compagno, Nicola Scapinello, per danneggiarla.

Secondo la Procura, l’omicidio fu pianificato nei dettagli: a dimostrarlo sono messaggi minatori scambiati tra i due, ma anche conversazioni con terzi in cui il 40enne aveva anticipato le sue intenzioni violente. Il 19 dicembre, Bujar raggiunse la casa di Vanessa in bicicletta, con l’intento di non farsi rintracciare dal sistema di controllo targhe. Dopo aver forzato una porta finestra, aggredì brutalmente Vanessa con numerose coltellate, uccidendola.

Fandaj aveva ridotto Vanessa a una “proprietà” da controllare e umiliare, arrivando anche a inviare materiale intimo al compagno della donna. Dopo il delitto, tentò di depistare le indagini rimuovendo la scheda SIM del cellulare e annunciando ai carabinieri l’intenzione di costituirsi, ma la sua condotta è stata interpretata dal pm come una mossa per guadagnare tempo, con l’idea di fuggire all’estero.

Il pubblico ministero ha sottolineato come l’omicidio sia aggravato da molteplici fattori, tra cui la premeditazione e il legame sentimentale tra vittima e assassino. Tuttavia, Fandaj potrà evitare l’ergastolo grazie al suo comportamento processuale e al fatto di aver chiesto scusa alla famiglia della vittima e al compagno di Vanessa.

Le parti civili – famiglia di Vanessa, Nicola Scapinello e il figlio della donna – rappresentate dagli avvocati Eva Baggio e Simone Guglielmin, hanno avanzato una richiesta risarcitoria di oltre tre milioni di euro.

La sentenza è prevista per il 9 luglio prossimo.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione